Ricoveri “fuori reparto” e “ricoveri impropri” nel Reparto di Medicina Generale del P.O. di Milazzo dell’ASP di Messina con possibile malpratice da burnout per i medici e aumento del rischio clinico per i pazienti. Nota del Co.A.S. ( Coordinamento di Azione Sindacale) al NAS di Catania, all’Ispettorato del lavoro di Messina e all’Ispettorato per la funzione pubblica di Roma oltre che per conoscenza al Miistro per la Salute e all’Assessorato regionale per la Salute :

La scrivente Organizzazione Sindacale denuncia l’anomala prassi dei ricoveri cosiddetti “fuori reparto” che avvengono in maniera sistematica a carico della UOC di Medicina Generale del P.O. di Milazzo cui si aggiunge l’aumento dei “ricoveri impropri”.
Accade ormai quotidianamente che i medici del Pronto Soccorso del P.O. di Milazzo, quando ricorre la necessità di ricovero per un paziente e i posti letto del Reparto di Medicina Generale sono tutti occupati, dispongano il cosiddetto ricovero “fuori reparto” o “in appoggio”, a volte senza nemmeno prendere in considerazione la possibilità di trasferire il paziente presso il Reparto di Medicina del vicino
P.O. aziendale di Patti, presso gli altri presidi aziendali, (Sant’Agata di Militello e Taormina), le altre
aziende ospedaliere cittadine e quelle al di fuori della provincia.
Questa cattiva prassi, ormai consolidata, comporta che la gestione clinica del paziente resta in carico ai
medici del Reparto di Medicina saturo, mentre l’assistenza infermieristica compete al reparto di
accoglienza. È da sottolineare che presso l’UOC di Medicina Generale soltanto 4 medici svolgono il
turno di pronta disponibilità con evidente sovraccarico di stress psico-fisico.
Il ricovero “fuori reparto”, non può prescindere da criteri di appropriatezza professionale, organizzativa
ed etica. Alla Scrivente sembra che questi criteri siano spesso disattesi.
Il paziente ricoverato “fuori reparto” è di fatto un malato che si trova in quella che come altri, noi
definiamo “terra di mezzo”. Da un punto di vista giuridico ne è responsabile un medico che non è
fisicamente presente o immediatamente rintracciabile, mentre l’assistenza infermieristica non è adeguata
al setting assistenziale di cui il paziente necessita, basti pensare a un paziente internistico, polipatologico
e fragile, assistito in un reparto di ORL o di Ortopedia anziché in quello di Medicina (come più volte è
accaduto). Fatto più grave è la sufficienza con cui vengono imposti i ricoveri “fuori reparto” da parte di
alcuni medici del Pronto Soccorso che in qualche occasione hanno raggiunto l’incredibile cifra di 7 casi
contemporaneamente!
Il medico di turno del Reparto di Medicina Generale è così sottoposto a un chiaro peggioramento delle
condizioni lavorative fino a configurare un vero e proprio “sfruttamento” e quindi ad aumentato rischio
di “burnout syndrome” e del rischio clinico per malpractice.
Questo aspetto è stato più volte sottolineato dalla Scrivente ma sembra non interessare per nulla la
Direzione Aziendale che ha addirittura, consentito l’aumento, in modo arbitrario, dei posti letto nei vari
reparti, pur essendo consapevole della grave carenza del personale medico, proprio per permettere al
medico del Pronto Soccorso di non trasferire, come sarebbe suo dovere, i pazienti che non trovano posto
nel reparto di pertinenza.
Aumento dell’offerta di cure (posti letto) senza aumentare il già ridotto numero di chi queste cure deve
prestare (sanitari): un vero e proprio controsenso!
Viene meno la sicurezza dei pazienti che rappresenta uno degli elementi centrali per la promozione
e la realizzazione delle politiche di governo clinico.
Il paziente “fuori reparto” quindi rischia di essere vittima del sistema di cura anziché centro del
sistema di cura.
Orbene, tale prassi è spesso causa di: prolungamento della degenza; aumento di mortalità e
riammissioni entro 30 giorni; riduzione del grado di soddisfazione di pazienti e operatori con timori
reciproci circa la qualità e la sicurezza delle cure; È d’obbligo perciò che il paziente accetti,
sottoscrivendolo, il ricovero “fuori reparto” mediante specifico consenso informato che tenga conto
degli ulteriori rischi connessi alla tipologia del ricovero e alle patologie di cui è affetto.
Si evidenzia in aggiunta che il sanitario reperibile durante i turni notturni e festivi deve rispondere
ad un enorme numero di chiamate che praticamente lo obbligano a restare quasi sempre in Ospedale
trasformando di fatto l’istituto della Pronta Disponibilità in servizio di Guardia Attiva senza avere i
previsti vantaggi contrattuali (la guardia attiva è obbligatoria nei reparti di Medicina Generale dei P.O.
classificati DEA di I livello come quello di Milazzo) con inoltre svantaggi economici per l’Azienda che
in breve tempo esaurisce il fondo annuale di disagio!!!
L’analisi dei dati statistici aziendali riferiti ai ricoveri nei PP.OO. dell’ASP di Messina per gli aa.
2019-2020 ha evidenziato come il tasso di occupazione dei posti letto nel Reparto di Medicina Generale
del P.O. di Patti non ha superato il 70% nel 2019 e non ha raggiunto il 60% nel 2020 mentre nel Reparto
di Medicina Generale del P.O. di Milazzo è stato del 100% negli stessi due anni. Sarà un caso, ma ci
sembra che i letti rimasti vuoti nel Reparto di Medicina del P.O. di Patti corrispondano ai numerosi
ricoveri “fuori reparto” del reparto di Medicina del P.O. di Milazzo.
Non è più tollerabile accettare un’allocazione dei pazienti “dove capita” non dettata dai bisogni
assistenziali ma dalle croniche carenze dell’ASP di Messina. Si tratta, secondo la Scrivente, di una vera
e propria distorsione del modello gestionale/organizzativo del sistema assistenziale, ormai trasformata
in prassi e con proporzioni insostenibili, che mette a serio rischio la qualità delle cure.
Del tutto disatteso, è inutile dirlo, il D.A. 1584/18 “Linee di indirizzo alle aziende sanitarie per la
gestione del sovraffollamento nelle strutture di pronto soccorso della Regione Siciliana” come pure la
Direttiva Assessoriale n. 9348/19.
Questi fatti il Co.A.S. Medici Dirigenti li ha denunciati più volte e la situazione anziché migliorare è
addirittura peggiorata, vista l’assenza di richiami da parte di chi aveva il dovere istituzionale di farli.
Per quanto sopradetto il Co.A.S. Medici Dirigenti condanna fortemente questa prassi dei ricoveri “fuori
reparto”, utilizzata a dismisura dall’ASP di Messina nel P.O. di Milazzo con la sovraesposizione a
ingiustificabili fattori stressogeni e possibili errori professionali del personale medico, giunto al limite
di sopportazione.
Pertanto, si invitano le SS.LL. in indirizzo, ognuno per propria competenza, a intraprendere le azioni del caso e,
ove lo ritenessero opportuno, porre in essere i necessari provvedimenti.
Il vice Coordinatore Provinciale Il Coordinatore Provinciale
Dott. Emilio CORTESE Dott. Mario Salvatore MACRÌ