« Solo il guardare un film su grande schermo può essere considerata un’esperienza: il cinema è nato come un’esperienza collettiva. […] Netflix sta facendo un gran lavoro, sta capitalizzando il problema della scarsa circolazione di certi titoli mostrandoli in tv. L’importante è non lasciar morire l’esperienza collettiva del cinema ». Queste sono state le parole del regista Alejandro Gonzalez Iñárritu, presidente di giuria del noto festival cinematografico per l’edizione 2019, che si svolge a Cannes nel maggio di ogni anno, durante la prima conferenza stampa dell’evento.
In un’epoca in cui la comunicazione è la vera protagonista degli scenari mondiali, parlare di qualità della comunicazione come atto di condivisione è oggi, più che mai, rivoluzionario. Oggi, ora, i messaggi sono scambiati a velocità di tweet, una parola dura il tempo di una prima pagina, un film viaggia a velocità di fibra ottica, una puntata e poi un’altra a ruota libera in discesa.
C’è invece un posto che conserva il valore della parola detta, il linguaggio, quel modo di comunicare antico quanto la civiltà che distingue l’uomo dalle altre specie animali. C’è un posto sull’isola di Lipari, una piccola piazza, un borgo che ha preservato gli antichi mestieri che si son fatte arti: è la piazzetta “Arti e Mestieri”, dove la gente si siede sulle panchine di pietra e chiacchiera. E si racconta.
Sono i pescatori di Sup’a terra che dagli anni ’40 del ‘900 cuciono le loro reti componendo così quel tessuto sociale tipico di un borgo popolare. I panni stesi, il profumo di bucato, le nasse, l’odore primordiale di pesce alla brace sono le principali scene di vita della Casbah Liparota, sorvegliata dagli occhi complici di figure dipinte. Sono i murales del quartiere. Lo specchio quotidiano identitario di chi guarda e si riconosce sorridendo. I muri possono parlare, possono fare anche questo, così suppongono le dicerie popolari.
A parlare quest’estate si aggiunge un altro muro, quello della prima mini rassegna cinematografica all’aperto dal titolo “ Racconti d’estate”, ideata e promossa dall’Associazione Culturale Magazzino di Mutuo Soccorso – Eolie, con la collaborazione all’Associazione SS. Cosma e Damiano e con il sostegno del Comune di Lipari. È il ritorno del cinema tra la gente, per troppo tempo latitante e muto. L’evento, previsto dal 24 giugno al 18 luglio, consisterà in otto proiezioni con due appuntamenti settimanali. Alle panchine di pietra si aggiungeranno vecchie sedie di un cinema che fu. Oltre il muro esistono dei mondi, come quello “Perduto” di Vittorio De Seta, omaggio ai “Contadini del mare”. I muri del quartiere, fatti di calce e salsedine, conoscono l’umidità del mare e si fanno specchi e si fanno proiezione, si sfondano e diventano racconto. È la storia di Salvatore Carnevale, sindacalista e socialista siciliano ucciso dalla mafia nel 1955, in “Un uomo da bruciare” di V. Orsini e i Fratelli Taviani, raccontata pure da Franco Blandi nel suo libro “ Francesca Serio- la madre” che presenterà nel corso della manifestazione; la storia di Lazzaro, felice nella sua bontà rivoluzionaria o il “Respiro” di Grazia. La Valeria Golino di Crialese è una donna ancestrale, figlia del mare, ma non del giudizio, un vero mondo a sé come lo è anche “La scuola in mezzo al mare” di Stromboli, raccontata da Gaia Russo Frattasi.
Questi sono solo alcuni dei titoli che prenderanno parte alla rassegna estiva, con ingresso gratuito, che ha come principale scopo quello di promuovere la cultura cinematografica sul nostro territorio e divulgarne la bellezza.
“La cultura e la libertà saranno le cose che ti mancheranno quando crederai di avere tutto; e le uniche cose che ti resteranno quando avrai perso tutto”.