(Ansa) “Azzero la giunta, faremo un esecutivo che dovrà portarci all’ultimo giorno. Qualcuno ha scritto: Musumeci si dimette e molla. Ci vogliono ben altri ostacoli, non saranno alcuni atti di viltà politica a condizionare le mie scelte”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, dopo il deludente risultato nella votazione avvenuta all’Ars per la scelta dei delegati regionali per l’elezione del presidente della Repubblica.
Il voto ha messo in evidenza la frattura all’interno del centrodestra siciliano sfaldato perché un pezzo non condivide la scelta di Musumeci di ricandidarsi. Nonostante il faccia a faccia di due giorni fa con Gianfranco Micciché proprio per evitare il baratro nella votazione, il presidente della Regione è stato impallinato dai franchi tiratori della sua maggioranza. Non solo ha ottenuto 15 voti in meno del presidente dell’Ars, ma è arrivato alle spalle di Nunzio Di Paola del M5s, votato dalle opposizioni ma anche da pezzi del centrodestra.
“Atto intimidatorio nei miei confronti”
“E’ accaduto che al presidente della Regione sono mancati 7-8 voti circa, sono stato eletto lo stesso ma il dato è politico – ha spiegato Musumeci al termine della giornata -. Perché mancano nella maggioranza questi voti col voto segreto? Perché alcuni deputati hanno pensato di compiere nei miei confronti, come si dice nel linguaggio giudiziario, un atto d’intimidazione, si tratta di una sorta di resa dei conti dal loro punto di vista”.
“Sono deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili – ha quindi aggiunto il governatore – e ho dovuto dire di no o di deputati con i quali per una questione di igiene non ho voluto avere rapporti in questi anni”. “Possono pensare che questi 7 scappati di casa che un presidente che non è stato condizionato dalla mafia può essere condizionato da loro? – ha proseguito – Possono mai pensare di esercitare su questo governo qualunque tipo di richiesta trasversale mandando messaggi che appartengono al peggiore dei linguaggi della comunicazione? Sciagurati”.
“Ho provato tanta amarezza – ha quindi concluso -. Sono convinto che bisogna abbandonarli per strada questi disertori, ricattatori che operano con la complicità del voto segreto. Io ho le mani libere. Restiamo a lavorare e restiamo a lavorare proprio perché non voglio sopravvivere nel palazzo ma perché ho un rapporto con la gente”.