Roberto Piemonte ci segnala il seguente articolo di quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/
Negozi sfitti, slitta al 30 settembre la domanda degli incentivi alla riapertura nei piccoli Comuni
Sono 7.390 i Comuni sotto i 20mila abitanti che potranno usufruire del beneficio previsto dal decreto Crescita
Il più piccolo è Monterone, comune lombardo in provincia di Lecco, che conta 33 abitanti, mentre il più grande è Casarano, comune pugliese in provincia di Lecce, che di abitanti ne ha 19.976. Sono 7.390 i Comuni sotto i 20mila abitanti che potranno usufruire dell’incentivo previsto dal decreto Crescita, entrato in vigore il 1° gennaio 2020, per riaprire i negozi sfitti. Ora il milleproroghe, con un emendamento del vicepresidente della commissione Finanze, Alberto Gusmeroli, commercialista e deputato della Lega, sposta – solo per quest’anno – al 30 settembre la data di presentazione della domanda per usufruire dell’incentivo. Gusmeroli ha promosso la norma entrata in vigore il 1° gennaio 2020, nel decreto crescita, sull’onda di una iniziativa varata nel 2014 nel comune di Arona, di cui è sindaco dal 2010.
Cosa prevede la norma del decreto crescita
L’agevolazione, che ha l’obiettivo di promuovere l’economia locale, prevede, dal 1° gennaio 2020, un contributo per quattro anni, rapportata alla somma dei tributi comunali pagati dall’esercente nel corso dell’anno precedente. Viene corrisposta per l’anno nel quale avviene l’apertura o l’ampliamento dell’esercizio commerciale nel corso dell’anno e per i tre anni successivi. Spetta per la riapertura di un negozio sfitto da almeno sei mesi, in un comune con meno di 20mila abitanti. «È una norma – spiega Gusmeroli – contro lo spopolamento dei piccoli centri urbani . L’ho chiamato incentivo modello Arona perché è una norma figlia dell’esperimento avviato ad Arona nel 2014 che ha consentito la riapertura di una ventina di esercizi commerciali. In un Paese dove i negozi chiudono in centro come in periferia, è una opportunità per aiutare il ripopolamento non solo dei centri storici, ma anche delle piccole frazioni dove i negozi scarseggiano».
Le esclusioni
L’agevolazione riguarda solo gli esercizi di vicinato e le medie strutture di vendita. Sono escluse le attività di compro oro, le sale scommesse o quelle che hanno slot machine o videolottery. Sono eslusi dall’agevolazione i subentri e le aperture e riaperture di attività esercitate in precedenza.
I beneficiari
Le agevolazioni spettano agli esercenti in possesso delle abilitazioni e delle autorizzazioni previste dalla legge per lo svolgimento delle attività, che procedono all’ampliamento di esercizi già esistenti o alla riapertura di esercizi chiusi da almeno sei mesi. La norma specifica che in caso di ampliamento il contributo spetta solo per la parteampliata (si intende la riapertura di ingressi o di vetrine su strada pubblica chiusi da almeno sei mesi nell’anno in cui si chiede l’agevolazione).
La misura del contributo
Il contributo è rapportato alla somma dei tributi comunali dovuti dall’esercente e regolarmente pagati nell’anno precedente la richiesta di concessione, fino al 100% dell’importo. «La cosa interessante – sottolinea Gusmeroli – è che ad Arona l’incentivo è stato pubblicizzato dalle agenzie immobiliari negli annunci di affitto dei locali. Uan chance in più per far ripartire l’economia locale».
La domanda
Per usufruire del beneficio bisogna presentare una domanda al Comune entro il 28 febbraio di ogni anno. E solo per quest’anno entro il 30 settembre. Si deve utilizzare un modello ad hoc e una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà per attestare il possesso dei requisiti. Dopo i controlli sulla dichirazione e sul regolare avvio e mantenimento dell’attività, il Comune stabilisce la somma spettante. Fondi concessi fino all’esaurimento delle somme a disposizione. La determinazione avviene in misura proporzionale al numero dei mesi di apertura nel quadriennio considerato.
Il fondo
Per la misura è prevista l’istituzione di un fondo ad hoc, nello stato di previsione del ministero dell’Interno. La dotazione annuale è di 5 milioni per il 2020, 10 milioni per il 2021, 13 milioni per il 2022 e 20 milioni a dewcorrere dal 2023. Le risorse saranno ripartite con un decreto Interno, di concerto con l’Economia, sentita la Conferenza Stato-Città e sutonomie locali. Già diversi comuni hano previsto agevolazioni per favorire l’insediamento di nuove attività produttive e promuovere il rilancio dei centri storici.
Gli aiuti di Stato
La norma prevede anche che sia rispettata la disciplina sugli aiuti di Stato (de minimis). Dunque per poter usufruire del beneficio non bisogna superare i limiti previsti per gli aiuti all’impresa. I contributi non sono cumulabili con altre agevolazioni previste da normative statali, regionali o delle province autonome di Trento e Bolzano.