Con il progetto REsPoNSo si torna tra i banchi di scuola per promuovere la tutela del mare
Entra nel vivo l’attività di formazione destinata ai pescatori organizzata nell’ambito del progetto REsPoNSo (RiduzionE Pesca faNtasma in Sicilia) – finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali attraverso il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP 2014-2020 – Misura 1.4 – e guidato da Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine – Sicilia, in partenariato con WWF-Italia, Marevivo Sicilia e i CO.GE.PA. di Lampedusa e Linosa, Licata/Gela e Portorosa.
L’attività formativa, coordinata da Marevivo ha riportato tra i banchi i pescatori dei tre consorzi coinvolti nel progetto, in quanto i piani di gestione locali vigenti hanno evidenziato la necessità di intraprendere iniziative condivise e mirate per arginare il fenomeno della dispersione degli attrezzi da pesca della “pesca fantasma” e per migliorare le condizioni delle risorse e dei fondali nell’area dei PdGL.
Un fitto calendario formativo, che durerà 30 ore in attività teoriche e pratiche, vedrà avvicendarsi tanti relatori con differente esperienza e preparazione professionale per spiegare, con una visione multidisciplinare, quali sono le conseguenze dell’inquinamento, in che misura gli attrezzi dispersi nei fondali influenzano l’equilibrio dell’habitat marino e quali misure e azioni possono essere introdotte per arginare il depauperamento delle risorse marine e come si può favorire una possibile rigenerazione .
Tre le aule organizzate in loco per seguire in diretta i seminari formativi che si svolgono on line in osservanza delle misure di sicurezza Covid 19, ma che possono essere seguiti anche in streaming, per consentire una più diffusa partecipazione di tutti i pescatori consorziati.
I CO.GE.PA. nascono con l’obiettivo di contribuire in modo sostenibile ad una migliore gestione delle risorse ittiche e ad una più coerente adozione di Piani di Gestione della pesca costiera artigianale, caratterizzata da una maggiore attenzione all’ecosistema.
Negli anni, affianco alle istituzioni di riferimento e al mondo della ricerca, hanno contribuito a promuovere la sostenibilità dell’attività ittica e la conservazione delle pesche tradizionali.
La loro partecipazione ai fini dello sviluppo del progetto è di estrema importanza perché non solo collaboreranno alle indagini preliminari per individuare le aree maggiormente coinvolte dal fenomeno dei rifiuti sui fondali, ma perchè saranno direttamente coinvolti nel loro recupero e nell’introduzione di misure idonee a contrastare la pesca fantasma.
L’azione di informazione/formazione è parallela all’attività di sensibilizzazione degli operatori della pesca ed è stata strutturata proprio per prevenire il rilascio o la perdita di rifiuti marini e individuare l’adozione di buone pratiche durante l’attività di pesca.
Coordina l’intervento formativo il ricercatore Danilo Scannella che ha anche curato la programmazione dei moduli e delle relazioni.
Nelle prime due giornate, sviluppate l’8 e il 16 maggio, si sono avvicendati ricercatori scientifici che hanno illustrato i risultati più significativi che la scienza sta raccogliendo sull’ inquinamento marino, ma la parola è andata anche al documentarista Riccardo Cingillo che ha portato in aula filmati e video riprese dei fondali, animando il dibattito sulla necessità di una maggiore consapevolezza sullo stato di salute del mare che prelude un maggiore rispetto e una maggiore sensibilità soprattutto da parte dei pescatori.
La formazione ha previsto anche un’attività pratica e di monitoraggio con il recupero dei rifiuti da effettuarsi nel corso delle battute di pesca e il loro campionamento, distinguendo le quantità recuperate in mare e quelli prodotti in barca. Queste informazioni saranno utilizzate per creare un report sulla produzione di rifiuti legate alle attività della pesca artigianale, al potenziale contributo che le marinerie potranno dare in futuro, approfittando del lavoro quotidiano dei pescatori per rimuovere parte di rifiuti che sono già dispersi nell’ambiente marino, specialmente sui fondali, ma anche dispersi in superficie – dichiara Danilo Scannella, coordinatore della formazione – Investigazione e ricerca hanno da sempre un ruolo centrale nelle attività di Marevivo, assicurando campagne di sensibilizzazione basate su fatti e dati concreti…ed è proprio su questa idea che nasce questa attività di monitoraggio che vogliamo portare avanti.Abbiamo l’occasione, per la prima volta in Sicilia, di saperne di più sulla questione rifiuti legati alla pesca e per proporre azioni mirate basate su fatti e dati concreti.Tali dati rappresenteranno un punto di partenza per gli attori di questo progetto (amministrazioni, ente di ricerca, Marevivo e CoGePa) per raggiungere gli obiettivi previsti dalla misura 1.40, ma anche per puntare all’ambizioso obiettivo di una pesca con zero rifiuti. Potremo contribuire fattivamente nello sviluppare in maniera più puntuale il programma di raccolta rifiuti previsto dal progetto Responso, con lo scopo di realizzare delle linee guida per il recupero dei rifiuti generati dalle attività di pesca, i possibili sistemi di raccolta e stoccaggio a bordo e a terra”.