Affidare alle arti visive, alla pittura, alla scultura, alla fotografia il messaggio di ripartenza, di rinascita, di ricerca di un sospiro, di un nuovo respiro libero, nel cuore del Mediterraneo, a Lipari, per ricostruire, ricominciare, trasformare nel segno della bellezza, del soffio vitale delle forme e dei colori, l’esperienza di questo lungo, complesso periodo trascorso nel tempo sospeso della pandemia.
Nasce con questo obiettivo, in questi luoghi, immersa nella storia, Eoliè 21 – Un sospiro di Ripartenza, la mostra collettiva promossa e curata da Francesco Malfitano, avvocato liparese grande appassionato di arte, all’interno degli splendidi spazi del chiostro normanno benedettino dell’isola, che mette insieme le opere di Agostino De Romanis, Alessandro La Motta, Raffaele Perna, Vittorio Storaro e Marco Tamburro, e che sarà visitabile fino al 6 agosto (tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 23:30). Un’esposizione composita, a più voci e linguaggi. In mostra le quattro fotografie scelte dal tre volte Premio Oscar Vittorio Storaro: “L’orrore” da Apocalypse Now di Francis Coppola; “Doppio sogno” da Ultimo tango a Parigi, “Il Maestro” da L’ultimo Imperatore, “Illuminazione” da Piccolo Buddha.
E poi cinque istantanee (Finale di cammino, Il rovescio della vita, L’homme revoltè, L’uomo del destino, Lento andante) del fotografo Raffaele Perna, artista vicino alla street photography, che con il suo obiettivo riesce a cogliere attraverso scatti di vita ordinaria elementi di unicità assoluta e incarna nella sua opera la definizione che Henri Cartier Bresson dà della fotografia come “narrazione istantanea”.
«Il vernissage della mostra collettiva “Eoliè 21, un sospiro di ripartenza”, dello scorso 17 luglio, è stato un momento di pura bellezza. Resterà aperta fino al 6 agosto. Tanti amici, tanti volti, insieme, hanno immaginato un luogo così meravigliosamente provocatorio, come ring di un incontro sul tema “un sospiro di ripartenza”», sottolinea con entusiasmo il curatore Francesco Malfitano. «I maestri in esposizione De Romanis, La Motta, Tamburro, Storaro, Perna, ed anche Saponangelo, Travia e Rondoni che hanno partecipato all’evento inaugurale, ci hanno provocati verso un accento di infinito, rimandandoci al cuore della vita, ognuno con il proprio stile», continua, «Le Eolie sono Patrimonio Unesco, piene di un fascino che stordisce, ma sono anche cultura, richiamo alla Bellezza, richiamo alle tradizioni che possono sorreggere il desiderio di felicità di una vita».
Il “pittore dei sogni” Agostino De Romanis, la cui opera è stata definita dal critico d’arte Vittorio Sgarbi «una suprema sintesi, filosofica ed estetica, delle tradizioni conosciute da una parte e l’altra del nostro pianeta», presenta in mostra sei opere, olio su tela o carta, dedicate al mare, alla natura nella sua dimensione spirituale, simbolica. Con il suo linguaggio espressivo semplificato ed efficace e la scelta di colori pieni, definitivi,espone: Fammi guardare il mare, Fiore del deserto, Grido di dolore, Il colore del cielo fa nascere i due, Il giallo del pesce sembra oro, Non pescatemi. E l’artista che ama e dialoga con i poeti, Alessandro La Motta, espone nella collettiva di “Eoliè 21, Un sospiro di Ripartenza – Arte letteratura e società”, cinque sculture che testimoniano il suo recente e intenso lavoro sulle origini mediterranee, sui miti classici e in particolare sulle tracce greche in Sicilia, tra leggende e culti sulle ctonie legate all’alternarsi delle stagioni e della fertilità narrate dai racconti omerici e da testi antichi. Il pittore Marco Tamburro, con la sua opera irruenta e inquieta, in un’epoca in cui ci si interroga su dove questa forma artistica stia andando, è invaso da una potenza espressiva capace di tradurre semplici immagini in un mezzo comunicativo. Così come le sue opere in mostra “Altruismo e rinascita”, tecnica mista su tela, continuano a provocare.
I visitatori della mostra, aperta fino al 6 agosto, saranno accompagnati in un viaggio nell’arte contemporanea dal suono morbido, caldo e vibrante della voce dell’attrice Nastro d’Argento 2021, Teresa Saponangelo che riecheggerà, tra le mura antiche del chiostro e le opere in esposizione, nella lettura di opere in versi dei più grandi poeti dei nostri giorni, accompagnata al pianoforte uno dei più grandi compositori di colonne sonore per il cinema italiano, Carmelo Travia, che ha composto per l’occasione un tema musicale originale dedicato alla ripartenza.
“Eoliè 21, Un sospiro di Ripartenza – Arte letteratura e società” è organizzato dall’Associazione Un Sanpietrino, con il patrocinio dell’Unione Europea, del Ministero della Cultura, della Regione Siciliana Assessorato dei beni Culturali e dell’Identità Siciliana, dell’Arcidiocesi di Lipari Messina e S. Lucia del Mela, del Comune di Lipari, in collaborazione con Banca Intesa Sanpaolo e con il contributo di NERI, SEL, Le isole d’Italia e GLOBE. Con il sostegno dell’Accademia dei Silenti, ART.4, Artesana, Birra Baladin, Federalberghi, Osteria San Bartolo, Liberty Lines, Loveolie, Murgo, Rotary, Siremar, SNAV.
Per informazioni sulla mostra, scrivere a unsanpietrino@gmail.com
Gli artisti in mostra
Agostino De Romanis è nato a Velletri il 14 giugno 1947. Ha cominciato a dipingere giovanissimo e ha esposto presto le sue opere in mostre personali a Roma, dove è stato subito apprezzato per la sua perizia e originalità̀. È un artista che, nel corso della sua lunga carriera, ha prodotto opere di grande valore, attestato da critici insigni, come è documentato dai cataloghi, pubblicati da importanti case editrici. La sua produzione pittorica è vastissima, essendo iniziata durante la frequenza dell’Accademia romana delle Belle Arti, dove ha conseguito brillantemente il titolo di scenografo. Il legame con Roma è rilevante fin dagli anni settanta, si consolida nel tempo, irradiandosi in Italia, in Europa, in altri Continenti, e giunge fino ai nostri giorni. Una caratteristica peculiare del pittore è la realizzazione di “Grandi Opere”, di rilevante spessore culturale, attraverso le quali interpreta momenti significativi della cultura e della storia dell’umanità̀, in molteplici rappresentazioni pittoriche originali e pregnanti.
La pittura di Agostino De Romanis, fin dall’inizio, presenta due fasi di sviluppo, la cui analisi permette di riconoscere, da un lato, l’arricchimento dei contenuti e l’approfondimento dei temi via via trattati, dall’altro, l’affinamento formale, caratterizzato da un’intelaiatura compositiva sempre più̀ ragionata e aperta, e sostenuto da felici intuizioni cromatiche.
Alessandro La Motta è nato a Rimini dove vive e lavora.
Espone con mostre personali in Italia e in ambito internazionale: Istituto Italiano di Cultura e galleria Forma libera, Barcellona Spagna; Galleria Lubelski, New York Usa; Parlamento Europeo, Bruxelles Belgio; Tongjii University – Expo Universale, Shangai Cina; oltre ad aver partecipato a mostre collettive e fiere d’arte e realizzato e residenze d’artista a Hebron, Palestina e Gerusalemme, Israele; a Zighinchor e Dakar in Senegal. È stato invitato a numerose rassegne e premi, nel 2011 ha partecipato alla 54a Biennale di Venezia per il Padiglione Italia nella sezione dell’Emilia Ro- magna. Collabora da anni con poeti e scrittori con i quali ha realizzato libri d’artista. Ha firmato le scenografie per spettacoli teatrali. Da anni va cercando attraverso i miti e la bellezza del mondo classico, l’identità̀ mediterranea. Il suo lavoro recente è stato esposto in musei archeologici e in istituzioni pubbliche.
Raffaele Perna, nato in Puglia nel 1963, è un consigliere parlamentare della Camera dei deputati che da oltre quarant’anni coltiva la passione per la fotografia d’arte. Nel settembre 2000 ha tenuto la prima mostra delle sue opere insieme al fotografo Carlo D’Orta. La mostra, “Linee ed ombre”, si è svolta a Roma dal 24 settembre al 18 ottobre nell’ambito dei Weekend fotografici organizzati dalla Casa della fotografia di Roma. Difficile inquadrare le sue foto in una delle classiche categorie della fotografia. Probabilmente quella che più si avvicina ai suoi scatti è la “street photography”, anche se nelle sue foto, che pure sono spesso scattate in situazioni reali e spontanee e in luoghi pubblici, è del tutto assente qualunque intento di reportage o di rappresentazione di momenti della vita reale quotidiana. Suo obiettivo è piuttosto quello di cogliere attraverso scatti di vita ordinaria elementi di unicità̀ assoluta. Normalmente predilige contesti e soggetti ordinari perché́ convinto che l’eccezionalità̀ dello scatto debba derivare non dall’eccezionalità̀ del luogo o del soggetto, che anzi rischiano di rendere banale la foto, ma dalla unicità̀ della composizione dell’immagine. L’obiettivo di ogni suo scatto è quello di indurre nell’osservatore un pensiero, un riflesso, un flash che vada ben oltre la semplice immagine riprodotta.
Vittorio Storaro è nato a Roma il 24 Giugno 1940; nel 1960 il Centro Sperimentale di Cinematografia lo diploma nella sezione di Ripresa Cinematografica. Il momento dell’esordio cinematografico arrivò nel 1968 con Giovinezza giovinezza diretto da Franco Rossi, primo Film che gli dette modo di esprimere completamente quei concetti cinematografici che gli sono propri, come un’impronta digitale della sua visione Figurativa. Registi come Luigi Bazzoni, Giuseppe Patroni Griffi, Giu- liano Montaldo, Salvatore Samperi, Luca Ronconi, Rachid Benhadj, Alfonso Arau e particolar- mente Bernardo Bertolucci, Francis Coppola, Warren Beatty, Carlos Saura e Woody Allen, lo hanno portato a una maturazione sempre più approfondita dello Stile Cinematografico che gli ha permesso nel tempo una sempre più Cosciente ricerca sulle possibilità creative luministiche dell’Immagine. L’espressione artistica di Storaro si concentra sin dagli inizi sulla luce, sulle sue possibilità di scrittura, sul suo valore di dialogo tra gli elementi contrastanti che la compon- gono, per passare successivamente a esplorare dall’interno la luce stessa scoprendone le valenze espressive dello spettro cromatico, i colori che la compongono, dedicandosi allo studio degli elementi fondamentali della vita e alla loro possibile rappresentazione visiva. In questi ultimi anni la sua attenzione è stata rapita dalle intuizioni creative, simbolizzate dalle muse, dalla pos- sibilità di preveggenza creativa dei visionari e divinatorie dei Profeti. Storaro ha ricevuto nume- rosi Riconoscimenti Internazionali tra cui tre Premi Oscar, conferiti dall’Accademia delle Arti e delle Scienze Cinematografiche di Los Angeles, per i Film: Apocalypse now diretto da Francis Coppola, Reds diretto da Warren Beatty, The last emperor diretto da Bernardo Bertolucci. Le Accademie Cinematografiche: Italiana (David di Donatello), Inglese (Bafta), Spagnola (Goya), Televisiva Americana (Emmy) e l’Europea (Cinematography Award), gli hanno presentato per vari Film il loro riconoscimento Accademico. Ha ricevuto cinque lauree Honoris Causa: dall’Università̀ di Lodz in Poland, di Urbino, di Palermo, di Viterbo in Italia e dal Merith College, New York, USA. Ha ricevuto altresì̀ quattro nomine ad Accademico Honoris Causa dalle Accademie di Belle Arti Italiane: di Macerata, di Brera, di Frosinone e di Roma. Insignito del titolo di Ambasciatore dell’immagine di Roma.
Marco Tamburro nasce a Perugia nel 1974. Diplomatosi in Architettura e Arredamento presso l’Istituto d’Arte della sua città, nel 1994 si trasferisce a Milano e si iscrive al Corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Entrato in contatto con l’ambiente artistico milanese, inizia a collaborare con fotografi e scenografi come assistente. Scelta non casuale, dal momento che Tamburro ha già maturato un profondo interesse verso gli ampi spazi teatrali, dentro i quali immagina e dà forma a pannelli pittorici dalle dimensioni imponenti, lasciando a briglia sciolta la sua visionaria fantasia. Tamburro resta affascinato soprattutto dalla pittura e dalla sua grande potenza espressiva. In un’epoca in cui ci si interroga su dove questo forma artistica stia andan- do, viene invaso da una potenza espressiva capace di tradurre semplici immagini in un mezzo comunicativo. Tamburro riflette sulla speculazione e la versatilità della forma pittorica, in grado di interagire con altri linguaggi artistici quali il teatro, la fotografia, l’arredamento, l’architettura e tutto ciò che occorre per realizzare un impianto scenografico. Espone per la prima volta a Milano: le sue opere compaiono in gallerie e spazi alternativi del tessuto urbano, legati in primis agli ambienti della moda e del design.
Da sempre attratto da Roma per le innumerevoli bellezze artistiche e la vita metropolitana frenetica, così diversa da quella milanese, Tamburro si trasferisce nella capitale. La sua passione per il teatro può qui nutrirsi copiosamente: l’artista collabora con diverse compagnie teatrali, si dedica a tempo pieno alla pittura, fonda un’associazione culturale che si occupa esclusivamente di arti visive e nel 1999 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma.