Lipari, arte e fede nella Basilica Cattedrale : l’altare della reposizione

Nel dicembre del 1965 in occasione della chiusura solenne del Concilio Vaticano II, i Padri conciliari affermarono, tra i vari messaggi alle diverse categorie sociali e professionali, queste parole destinate agli artisti: «Il mondo in cui viviamo ha bisogno di bellezza per non oscurarsi nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che mette la gioia nel cuore degli uomini, è il frutto prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge nell’ammirazione.» Ma già nel maggio 1964 Paolo VI, nel presentare il filo sottile che esiste tra arte e fede, aveva affermato che la grande sfida dell’uomo che ha in se la scintilla della creatività è quella di «carpire dal cielo i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità».

Qualche anno dopo nella Pasqua del 1999 Giovanni Paolo II nella Lettera agli artisti raccomandava di non dimenticare «quel fecondo colloquio che in duemila anni di storia non si è mai interrotto…, un dialogo non dettato solamente da circostanze storiche o da motivi funzionali, ma radicato nell’essenza stessa sia dell’esperienza religiosa sia della creazione artistica: la ricerca dell’Infinito” e aggiungeva la ricerca del bello è per sua natura una sorta di appello al mistero”, rientra infatti “nella natura dell’arte cercare la trascendenza”.

A distanza di dieci anni, nel novembre 2009 Benedetto XVI affermava “fede e arte, la bellezza sta nel Mistero” !

Ma già nell’VIII secolo san Giovanni Damasceno si rivolgeva ai cristiani ed affermava: «Se un pagano viene e ti dice: “Mostrami la tua fede!”, tu portalo in chiesa e mostra a lui la decorazione di cui è ornata e spiegagli la serie dei sacri quadri».

L’ invito di san Giovanni Damasceno, si potrebbe oggi rivolgere a quanti vivono a Lipari il triduo della Pasqua 2021, a tutti bisognerebbe indicare l’antico percorso che dalla città e dalla marina porta nella Basilica Cattedrale, perché in quel “salire” verso l’alto, ognuno a suo modo, può cominciare a sentire il suono sommesso, ma eterno, di due millenni di storia cristiana, si può avvertire la testimonianza dei tanti eoliani che hanno saputo trasformare la Fede in Vita e hanno voluto lasciare testimonianza anche nelle chiese che fanno da cornice alla Basilica Cattedrale, da sempre “faro” della vita sociale, politica e religiosa delle Isole Eolie, ma anche il luogo dove la grande inquietudine dell’anima che sant’Agostino ha mirabilmente espresso nel suo celebre “Inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te”, può trovare una sensazione di pace, di stupore, di contemplazione, di illuminazione.

Un itinerario dell’anima che è impossibile non desiderare di percorrere o di scoprire quando, in questi giorni, entrando in Cattedrale, si arriva nella Cappella del SS. Sacramento dove è stato realizzato l’altare della reposizione con una mirabile fusione tra Arte e Fede.

Arte e Fede, un binomio che nel corso dei secoli è stato motivo di dibattito ma è comunque, come è stato detto, tensione verso l’assoluto, ricerca umana di esprimere l’ineffabile, di “costringere” l’infinito e l’eterno nella parola, nella forma, nell’immagine, nel suono, nel colore: questa emozione si vive nel contemplare, in Cattedrale, nella Cappella del SS. Sacramento i colori, le luci, il mosaico e i tanti simboli pasquali della devozione popolare, tutto realizzato in modo mirabile, tutto pensato e proposto per spingere a meditare sul valore eterno del Dolore crocifisso e redento, dell’Amore vissuto e donato per una umanità che potrà superare la pandemia solo se scoprirà la forza di accettare che siamo Uomini, tutti Fratelli.

Grazie a Mons. Gaetano Sardella, parroco della Basilica Cattedrale, grazie a Francesco Ziino, grazie a Lorenzo Fonti, grazie a Patrizia La Greca, grazie ad Antonio Belfiore, grazie a tutti coloro che in modo diverso e con generosità hanno collaborato perché da Lipari, posta nel cuore del Mediterraneo, possa partire un messaggio che apra gli animi al senso dell’eterno, che spinga, anche a chi è scettico o rassegnato, a vivere una avventura dello Spirito, a non aver paura a confrontarsi con la Bellezza Infinita, a illuminare gli occhi dell’anima con il Sole senza tramonto che illumina il futuro e fa bello il presente.