di Gianni Iacolino
L’anno in corso sta per concludersi e sono tante le considerazioni su quanto fatto nel campo della raccolta rifiuti e su quanto resta da fare, su come sono state affrontate le problematiche e su quali possano essere i margini per migliorare gli interventi. E tutto questo con numeri alla mano, consapevoli dei margini di movimento possibili in base alle norme ed ai regolamenti vigenti. È un dovere di chi amministra dare puntuali risposte ai cittadini e, soprattutto, fare chiarezza su argomenti su cui il baccano rischia di coprire la logica.
Per tutta l’estate si è assistito a un impegno costante di tutte le componenti della filiera della raccolta rifiuti e, nonostante il forte incremento delle presenze turistiche, le isole hanno mostrato il loro volto migliore. L’inciviltà di qualcuno è stato motivo di disturbo , ma, tutto sommato, sopportabile. Con un puntuale videocontrollo del territorio in pochi avrebbero osato sporcare, ma su questo aspetto della videosorveglianza non si poteva ancora intervenire.
Oggi, dopo l’estensione della raccolta differenziata alle altre zone nord e ovest di Lipari, si assiste ad un’immagine indecorosa ed umiliante della nostra comunità che mortifica non solo il territorio, ma anche la stragrande maggioranza di coloro che hanno la pazienza, a casa, di distinguere le varie tipologie di rifiuti. Sostenere che la causa di tutto questo schifo – vedi alcune postazioni di Pianoconte – sia dovuto ad un insufficiente numero di contenitori è una ridicola scusa ( vedi il caso di Roma ), buona solo a giustificare chi non rispetta orari , giorni e le postazioni di prossimità inerenti la propria abitazione.
Sottovalutando questi aspetti, si fa solo il gioco degli sporcaccioni a discapito di chi rispetta le regole. Il servizio di raccolta differenziata si fonda soprattutto sulla collaborazione dei cittadini, perché la corretta separazione comincia proprio nelle nostre case. È proprio notizia di oggi che il tentativo fatto a Roma di moltiplicare di tantissimo il numero dei contenitori dell’indifferenziata non ha cambiato di una virgola la situazione. Sacchetti indifferenziati sulle strade e sui marciapiedi della capitale; tutto come prima. Eppure, con gli stessi calcoli volumetrici dei cassonetti per densità abitative fatti su Roma , nelle città e nei paesi italiani con una storia di decoro urbano alle loro spalle, tutto questo immondezzaio non si verifica mai.
Se nelle nostre isole ci sarà da correggere qualche discrepanza , verrà fatto. Ma non si possono giustificare in nessun modo comportamenti che nulla hanno a che fare con una comunità civile. Perché scrivo tutto questo? Perché mi auguro che chi trasgredisce alle norme di buon senso capisca che così non può continuare. Anche se costoro col nuovo anno avranno poche speranze di farla sempre franca – finalmente avverrà l’immissione in servizio delle guardie ambientali e l’acquisto delle videocamere – sarebbe auspicabile che questi cittadini ragionassero per convinzione e non per paura della sanzione.
Nonostante tutto lo sforzo messo in atto, solo con la collaborazione dei cittadini possiamo recuperare risorse, alleggerendo la Tari, e ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati destinatari allo smaltimento in discarica ( dove devono finire solo i materiali non riciclabili). Fare la raccolta differenziata in Italia è un obbligo di legge sin dal 1997. Ognuno di noi, con un po’ più di attenzione, può e deve contribuire a cambiare le cose.