L’album dei ricordi: una colonia marina a Vulcano

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di Massimo Ristuccia

Ringrazio Ernesto Oliva di ReportageSicilia, giornalista ed appassionato della Sicilia in generale di cui è originario e di cui abbiamo tante cose in comune, ho dato le foto volentieri e dalle poche informazioni, credo sia venuto un bel pezzo.

da reportagesicilia.blogspot.it/

Tre fotografie del ricercatore di Lipari Massimo Ristuccia mostrano il volto quotidiano dell’isola prima dello sviluppo del turismo italiano e straniero

Le immagini di questo post provengono dall’archivio di famiglia di Massimo Ristuccia, che dall’Emilia-Romagna – regione dove vive e lavora ormai da anni – continua a coltivare le sue origini liparote attraverso la ricerca di materiale documentario sulle isole Eolie.

Ristuccia – che si definisce un “appassionato ricercatore per hobby” – fa ciò che alcuni cultori della propria terra fanno per piacere personale, a semplice beneficio di una conoscenza comune: trovate fotografie o informazioni sul costume o sulle tradizioni delle Eolie, non esita a condividerle con altri appassionati della storia dell’arcipelago messinese.

Grazie a questa sensibilità e disponibilità personali, Ristuccia ha così affidato a ReportageSicilia – e quindi alla rete di internet – tre fotografie scattate a Vulcano nel 1949.

Due di queste immagini testimoniano l’esistenza in quel periodo nell’isola di una colonia marina, frequentata da bambini con una divisa estiva la cui semplicità fa oggi sorridere.

Le notizie su questa colonia sono pochissime; qualche indicazione in più potrebbe essere favorita dalla divulgazione in rete delle due fotografie.Listener[5]

Un terzo scatto mostra un gruppo di una cinquantina di persone – fra queste, anche molti bambini – a bordo di una imbarcazione da trasporto a vela. Si tratta probabilmente di più famiglie di Vulcano, che in quel periodo si chiamavano Conti, Giuffré, Zanca, o Capitti.

All’epoca delle tre immagini divulgate da Massimo Ristuccia, Vulcano era ancora un’isola lontana dalle frequentazioni turistiche.

Come è noto, una spinta determinante all’arrivo di italiani e stranieri la dette la produzione dei due film “Vulcano” e “Stromboli”, e l’ardente polemica divampata fra i registi Dieterle e Rossellini e fra le due primedonne, Anna Magnani e Ingrid Bergman.

“O forse – scriverà nel dicembre del 1964 il giornalista Mauro De Mauro – la straordinaria fortuna, peraltro meritatissima che arrise al cortometraggio ‘Bianche Eolie’ realizzato da due giovani e intraprendenti patrizi palermitani, Francesco Alliata di Villafranca e Pietro Moncada di Paternò.

Il cortometraggio fu richiesto da varie delegazioni dell’ENIT, piacque ovunque, in particolar modo a Parigi, e l’organizzazione ‘Connaissance du Monde’ partì alla conquista della mitica residenza dei re dei venti.

Quando, sulla scia dei francesi, scesero a Vulcano i milanesi ( nell’estate del 1953 fra Porto Ponente e l’Acqua del Bagno si sentiva parlare soltanto in puro meneghino, e se non fosse stato per i generosi lembi di pelle esposta al sole si sarebbe potuto pensare di stare in Galleria ), allora la fortuna turistica dell’isoletta fu sicura…”

Listener[3]