A cura di Massimo Ristuccia
Da fonti della Marina Militare, da siti vari di cui allego il link e due immagini di due articoli pubblicati da Maria Lenzo su stretto indispensabile nel 2002.
Il 28 marzo 1942 era stato trasmesso l’ordine di trasferimento dell’incrociatore Giovanni delle Bande Nere da Messina alla Spezia, con transito da Stromboli, per il 31 dello stesso mese, per giungere alla Spezia il mattino del giorno successivo. La scorta doveva essere effettuata dall’Aviere, dal Fuciliere e poi dall’avviso Diana, con scorta aerea durante le ore diurne.
La mattina del 1° aprile, a 8 miglia a sud-est di Stromboli, furono avvistate scie di siluri. L’incrociatore fu colpito al centro da un siluro lanciato da brevissima distanza dal sommergibile Urge, che si trovava nello spazio compreso fra l’Aviere e l’incrociatore; il secondo siluro divise la nave in due tronconi, che si inabissarono rapidamente.
Le perdite furono di 373 uomini, di cui 16 ufficiali, 57 sottufficiali, 295 sottocapi e comuni e 5 militarizzati. Le deposizioni dei superstiti furono di 18 ufficiali, 33 sottufficiali, 244 sottocapi e comuni (313 in totale).
Stromboli, ritrovato il relitto dell’incrociatore affondato nel 1942 da un sommergibile inglese.
Stromboli. Il cacciamine Vieste della Marina Militare, durante un’attività di verifica tecnica e sorveglianza dei fondali nel Mar Tirreno presso l’isola di Stromboli, ha ritrovato il relitto dell’Incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere affondato nel 1942.
Il relitto è stato localizzato e identificato a circa 11 miglia nautiche a sud dell’isola di Stromboli a una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri, in una posizione compatibile con quella del suo affondamento avvenuto il 1 aprile del 1942, mentre era in trasferimento da Messina a La Spezia, per effettuare alcune riparazioni in Arsenale scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Durante la navigazione, alle ore 9 circa, fu colpito da due siluri lanciati dal sommergibile britannico H.M.S. Urge. L’incrociatore, spezzato in più tronconi, affondò rapidamente. Nell’evento perì gran parte dell’equipaggio.
La scoperta è avvenuta grazie all’impiego dei veicoli subacquei imbarcati sul cacciamine Vieste in grado di condurre ricerca e identificazione a quote profonde: il veicolo autonomo subacqueo (Autonomous Underwater Vehicle – AUV) Hugin 1000, della ditta Kongsberg, e il veicolo filoguidato Multipluto 03, della ditta GAY Marine. Circoscritta l’area di ricerca in base alle presunte coordinate dell’affondamento, il cacciamine ha proceduto a mappare il fondale con il veicolo Hugin, scoprendo più contatti correlabili con il relitto. Successivamente i contatti sono stati identificati grazie all’uso del Multipluto, che ha consentito di filmare anche le prime immagini della nave rivelando i tre tronconi in cui si spezzò nell’affondamento e accertandone l’identità.
Il ritrovamento dell’Incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere conferma l’efficacia operativa dei veicoli subacquei in dotazione alla Marina Militare, capaci di operare a quote profonde per il controllo dei fondali e delle infrastrutture strategiche, nonché la professionalità degli specialisti del Comando delle Forze di Contromisure Mine. I veicoli subacquei rappresentano un assetto fondamentale per mantenere elevata la capacità della componente di contromisure mine incrementando la quota e le possibilità di capacità di scoperta e identificazione di situazioni di rischio in alti fondali.
M. S.
La scheda sull’incrociatore
L’incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere, della classe Condottieri tipo Alberico da Giussano. Impostato nei cantieri navali di Castellammare di Stabia nel 1928, fu varato nel 1930 e completato nel 1931.
Lungo 169,3 metri aveva un dislocamento di 6950 tonnellate a pieno carico. L’apparato di propulsione era composto da 6 caldaie Ansaldo, che alimentavano 2 turbine, per una potenza totale di 95000 cavalli vapore. La velocità massima era di 36 nodi.
L’armamento era composto da 8 cannoni da 152/53, 6 cannoni da 100/47 per la difesa anti aerea e anti silurante e 2 mitragliere da 40/39. La nave era dotata anche di 8 mitragliere 13,2 mm e 4 tubi lanciasiluri da 533 mm. Inoltre imbarcava due ricognitori aerei Imam Ro 43, che lanciava grazie alla catapulta installata sulla prora.
L’equipaggio era composto da 507 uomini.
Il 21 marzo 1942 prese parte alla seconda battaglia della Sirte riuscendo a colpire l’incrociatore britannico Cleopatra pur senza causare gravi danni. Le condizioni meteorologiche proibitive incontrate durante la battaglia, costrinsero la nave a rientrare a Messina per tamponare alcuni danni subiti dal mare.
Il 1 aprile 1942 il Giovanni Delle Bande Nere salpò dalla base di Messina diretto al La Spezia, scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Alle 9 del mattino venne intercettato dal sommergibile britannico Urge che lo silurò. La nave si spezzò affondando rapidamente e portando con se gran parte dell’equipaggio.
Da una ricerca di Maria Lenzo pubblicata su stretto indispensabile nel 2002, emergono due “”versioni”” sull’affondamento, in particolare su una presunta spiata che partì da Messina e la smentita da fonti inglesi, pubblico due scansioni degli articoli.
Molto interessante è la storia e testimonianze riportata su www.lavocedelmarinaio.com/2020/04/1-4-1942-affondamento-della-regia-nave-giovanni-delle-bande-nere-3/