(adnkronos)Mancano ancora sei mesi alle elezioni regionali in Sicilia, ma già nell’isola i motori si stanno scaldando. Da destra a sinistra, passando dal Movimento Cinque stelle. I ‘big’ politici siciliani sanno che, anche questa volta, il risultato delle elezioni alla Regione non potrà che ripercuotersi sulle Politiche dell’aprile 2018, sempre se non si andrà a elezioni anticipate. Ed ecco che i partiti sono già al lavoro per mettere in campo le forze migliori con un unico obiettivo: vincere. Ma come sarà il dopo-Crocetta in Sicilia? “Le Regionali saranno certamente un banco di prova per testare possibili alleanze in vista delle nazionali”, dice all’Adnkronos il leader dei grillini in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, candidato in pectore a Governatore per il M5S. Cancelleri ricorda il ‘Partito della Regione’ che tanto piacerebbe all’ex Presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, e che metterebbe insieme centrodestra e centrosinistra con un unico intento: battere il M5S. “C’è quasi la voglia di un ritorno di Cuffaro – dice – e questa cosa mi disgusta”.
“Non so cosa succederà nel dopo-Crocetta, ma abbiamo da neutralizzare due mistificazioni”, annuncia Nello Musumeci, il primo candidato già ufficiale alla Regione. “La prima mistificazione è già nota in tutta la sua cruda e drammatica realtà e cioè la rivoluzione di Crocetta – spiega l’ex Presidente della Commissione antimafia all’Ars – L’altra mistificazione è quella del M5S che ostenta una sorta di superiorità genetica ma, messa alla prova, rivela la sua inconsistenza sul piano della concretezza che ogni forza di governo deve invece sapere dimostrare”. “Noi lavoriamo per ricomporre una coalizione che vada al di là del centrodestra tradizionale per dare rappresentanza anche a centinaia di migliaia di siciliani che non credono più nei partiti e nella geografia politica, intesa in maniera rigida e schematica – ribadisce l’ex esponente di An Musumeci – Ci stiamo riuscendo, se è vero che riusciamo a parlare a 360 gradi con un progetto di governo fatto di pochi ma essenziali obiettivi e con un metodo che i siciliani già conoscono. Legato alla mia storia, credo improntata a doveri costanti ad efficienza, e all’assoluta trasparenza”.
Musumeci, parlando del M5S, aggiunge poi: “Dobbiamo convincere i siciliani che non servono più i salti nel buio e le novità non appartengono alla logica della politica. Ma alla moda di abbigliamento, da esporre in vetrina. Il collasso nel quale vive la Sicilia impone scelte responsabili e sono convinto che i siciliani più che un voto di protesta, a novembre sapranno esprimere un voto di testa”.
Nei mesi scorsi Musumeci aveva proposto le primarie del centrodestra ma Berlusconi si sarebbe opposto e alla fine sono saltate. “La battaglia per le primarie era l’unico elemento innovativo nel panorama politico italiano – dice oggi Musumeci – Per la prima volta avremmo dato la parola alla gente per scegliere il miglior candidato possibile. I fatti sono noti, le forze politiche che ci hanno creduto ale primarie hanno proseguito nella strada intrapresa. Chi non ci ha creduto, all’ultimo momento si è tirato fuori. Grande rispetto per le scelte di ognuno”. Ma avverte: “Stavolta il candidato non può uscire fuori nell’ultimo mese, mentre gli altri sono già da tempio in campagna elettorale”.
Giancarlo Cancelleri, parlando della Sicilia che lascia Crocetta, dice all’Adnkronos: “La risposta sarebbe scontata e immagino che tutti abbiano detto che lascia macerie. In realtà, quello che rimane è la consapevolezza di essere di fronte a un popolo che ha bisogno di credere in qualcosa e in qualcuno”. Il leader grillini si dice “terrorizzato” di un ritorno di un ‘cuffarismo’: “Di fronte all’incompetenza amministrativa di questo governo regionale, quasi è venuta voglia di tornare a Cuffaro. Questo mi terrorizza e mi fa paura. Sono disgustato da questo pensiero. Crocetta ha fatto venire voglia di un ritorno a Cuffaro. E questo è pericoloso”. Sugli avversari dice: “Non sono così spavaldo e sicuro come altri. Io ho rispetto per tutti gli avversari, anche per Crocetta. Noi, intanto, continuiamo a lavorare come se fossimo un movimento all’1 per cento”. “Dobbiamo pedalare fino all’ultimo istante”, dice.
Sulla sua candidatura, Cancelleri spiega: “Mi fa ridere Davide Faraone che dice che il candidato del M5S è scelto a Roma. C’è un eccessivo accanimento nei metodi che ogni movimento ha. Loro hanno le primarie e a me non interessa se li votano cinesi o se ci sono schede già compilate. Noi abbiamo il metodo on line tanto vituperato da loro”. “Oggi sentirmi dare del candidato romano mi fa sorridere, Faraone sa che sta mentendo”, dice. E sul Pd: “E’ un paradosso, ma il Pd rischia di avere come candidato più credibile crocetta che rischia di mettere d’accordo tutti”. Scettico invece sulla candidatura del Presidente del Senato, Pietro Grasso: “Non credo che abbia voglia di fare l’agnello sacrificale. Gli do troppa lungimiranza politica per potere pensare che possa accettare una proposta del genere”.
E proprio oggi Davide Faraone, parlando del risultato delle primarie in Sicilia, ha anche fatto un focus sulle regionali: “Questa legislatura si è chiusa, adesso dobbiamo mettere il campo il progetto per il futuro”. Ma ha fatto sapere: “Non sosterrò mai una candidatura di Crocetta che non passi dalle primarie. Se poi non vuole passare dai gazebo sono affari suoi. Mi aspetto non balletti e giochi su rimpasti, mi candido o no. La valutazione sulle qualità dell’azione del governo la fanno i siciliani, non leader di correnti e i segretari di partito in riunioni e verifiche che sono il trapassato”. Per Faraone, poi, la “valutazione va fatta non su quello che è accaduto ma su quello che si vuole mettere in campo. E una partita che possiamo vincere se Pd mantiene la faccia di Renzi e degli uomini nuovi”. E ai giornalisti che gli chiedevano se intende candidarsi alle primarie ha replicato: “Ci sarà sicuramente una candidatura che affermerà la presenza del Pd di Renzi che ha dato a questo partito una nuova prospettiva”. Sempre nel Pd ha già fatto un passo indietro Enzo Bianco, che ha smentito i rumors che lo volevano candidato alle primarie.
Per Gianfranco Miccichè, leader di Forza Italia in Sicilia, “Crocetta non è stato un buon Presidente. Ma, dicendo questo non dico nulla di nuovo. E’ una Regione che si è caratterizzata più per licenziamenti, con gente per strada, nella formazione, ad esempio. Una regione che non ha creato sviluppo. Non si è creato né sviluppo né occupazione”. Per Miccichè “la Sicilia ha avuto sempre più fondi strutturali ma Crocetta non ha saputo approfittarne e la nuova amministrazione dovrà mettere mani a questo”.
Poi spiega che “quando ero ministro io e c’era Cuffaro presidente si spendeva bene, abbiamo fatto tantissime opere pubbliche”. “Avevamo le premialità sui fondi strutturali – dice – ora io non sono difensore di chi fa porcherie, non so se quella Regione era meno pulita di oggi, ma so che si facevano delle cose e ora non si fanno più”. Sulla candidatura del candidato del centrodestra, Miccichè dice: “Oggi Faraone mi dà indirettamente una mano, dicendo che faranno le primarie entro luglio”. E spera che la coalizione “non sia litigiosa”. La sua strategia è la “vittoria alle amministrative in comuni come Trapani e Palermo e poi, a seguire, la vittoria alle Regionali”. “Se saremo uniti non abbiamo da temere i Cinque stelle, men che meno il Pd che è inesistente”. Per Miccichè, il M5S, “sarà al massimo al 30-32 per cento, una forza politica importante ma non vincente. Per noi sono loro i nostri avversari diretti”.