(livesicilia.it) Secondo una sentenza della Corte di Cassazione è configurabile come “molestia olfattiva”.
La puzza di fritto è un reato. Secondo una sentenza della Corte di Cassazione è configurabile come “molestia olfattiva”. Ed è punibile se supera il livello di tolleranza. Tutto nasce dalle tensioni fra due nuclei familiari in una palazzina di Monfalcone, in provincia di Torino. I proprietari di un appartamento denunciano i vicini per l’insopportabile puzza di fritto che invade la loro casa, gli accusati rispondono che quella denuncia è solo l’ennesimo segnale di ostilità nei loro confronti. Si va a giudizio e si arriva fino al pronunciamento della Cassazione.
La sentenza 14467/017 aggiorna quanto disposto dall’articolo 674 del Codice penale. Dove è scritto: “Chiunque getta o versa (1), in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone (2) , ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a duecentosei euro”.
Una sentenza che rischia di generare un caos nei condomini di tutta Italia, ormai sempre più multietnici e “carichi” di odori di cucine tipiche di tutto il mondo, dalle fritture del Meridione d’Italia alle pietanze speziate dell’Est.