L’assessore Gianni Iacolino ci ricorda il prezioso lavoro svolto per la comunità dai netturbini “alla luce del carico di lavoro in più che devono affrontare a causa del conferimento indifferenziato e fuori calendario“.
di Gianni Iacolino

Il lavoro è , senza dubbio, un’esigenza che risponde ad una nostra immaginaria piramide di bisogni . Alla base di questa piramide corrisponde una reale necessità di sussistenza e di reddito . In questa immaginaria piramide si sale poi verso bisogni un po’ meno grezzi : per prima cosa, la socialità che il lavoro porta con sé; il sentirsi parte di un gruppo , di un obiettivo da raggiungere; la sensazione di essere utili, di fare qualcosa che serva alla società .
Saliamo ancora in questa piramide ed arriviamo al piacere che il lavoro stesso può comportare , anche questo a gradini successivi: dal lavoro manuale a quello intellettuale , da quello tecnico a quello artistico, passando per tante altre fonti come la cura degli altri a qualsiasi livello . Ma dovremmo anche riflettere che nel lavoro non ci sono soltanto divisioni di ceto, cioè di reddito, ma anche di classe, nel senso che ci sono lavori gratificanti ed altri gravosi al limite della mortificazione se non della schiavitù. Ed è questa la sconfitta più grande per tutti.
C’è poi il baratto di chi un lavoro non ce l’ha e vede un’opportunità anche la schiavitù salariata, adattandosi al peggio, accettando come buon risultato anche la schiavitù ( ho conosciuto , da medico, gli schiavi extracomunitari del Tavoliere delle Puglie ). Queste riflessioni mi vengono in mente con più insistenza oggi in cui, dato il mio nuovo ruolo, mi rendo conto del lavoro, retribuito secondo legge, di tutti coloro che dalle prime ore del mattino cercano di tenere pulite e decorose le nostre vie. Li vediamo tutti i giorni con la pioggia o sotto la canicola infernale dell’estate , issare migliaia di sacchi di rifiuti maleodoranti e poi ,a volte, aspramente criticati per qualche involontaria svista.
È anche questo un lavoro, certamente. Ma ben lungi da essere fra quelli che danno gratificazione o felicità. Io li ringrazio tutti, dal netturbino più dinamico a quello meno vivace, tutti accomunati da un carico di lavoro opprimente che li rende creditori di molto più rispetto .