Il CBD in Italia: ecco qual è la normativa vigente

Forse non tutti lo conoscono (o almeno non approfonditamente) ma il CBD è uno dei componenti della pianta della cannabis e, negli ultimi tempi, è anche uno dei più discussi in assoluto. L’acronimo che lo contraddistingue sta per cannabidiolo ed è una sostanza del tutto naturale che agisce nel nostro corpo interagendo con il sistema endocannabinoide apportando in realtà un bel po’ di benefici alla nostra salute.

Questi effetti benefici del CBD sono stati provati da numerosi studi scientifici e molti sono gli studi che vengono condotti tuttora su questa sostanza. Ecco perché molte persone hanno cominciato ad acquistare prodotti come ad esempio l’olio di CBD online, avendo la sicurezza che questo non possa arrecare loro nient’altro che benefici.

Ma cosa dice la normativa Italiana riguardo questi prodotti? È legale acquistarli e utilizzarli? Andiamo a fare un po’ di chiarezza proprio su questo punto, visto che in realtà c’è ancora un po’ di confusione a riguardo.

Il CBD è uno stupefacente?

Possiamo dire con certezza che no, il CBD non è una sostanza stupefacente in quanto ciò è stato ampiamente dimostrato dagli studi scientifici condotti su di esso. Infatti il CBD non ha nessun effetto psicotropo sul nostro cervello, a differenza del THC, altro principio attivo della cannabis che è però responsabile dell’effetto drogante della pianta.

Ecco perché i prodotti che contengono CBD sono legali qualunque sia la sua concentrazione, mentre invece sono previsti dei limiti per la concentrazione di THC. Questo può arrivare infatti ad un massimo di 0,6%, valore al di sotto del quale non ci sono effetti psicotropi di questa sostanza secondo l’OMS. Ma in Italia non tutti sono consapevoli di questa differenza e anzi nel 2020 c’è stato anche il rischio che il CBD fosse classificato come farmaco stupefacente. Vediamo nel prossimo paragrafo cosa è accaduto e come si sono evolute le cose fino ad ora.

Dalla normativa del 1° ottobre a quella attuale: cosa è cambiato

Con un decreto ministeriale del 1° ottobre 2020 del tutto inaspettato e anche piuttosto insensato, il Ministero della Salute italiano aveva stabilito che il CBD fosse un farmaco ed in particolare aveva inserito tutti i prodotti ad uso orale ottenuti dalla cannabis e contenenti CBD nella “Tabella dei Medicinali del DPR 309/90 Sezione B”. Per chi non lo sapesse in questa tabella sono comprese le sostanze a impiego terapeutico per le quali siano stati accertati dei concreti pericoli di dipendenza fisica e psichica.

Dopo questo decreto sono sorte moltissime polemiche in quanto non soltanto una decisione di questo tipo arrivava improvvisamente a minare una grossa parte dell’economia che proprio in questo ambito va ampiamente espandendosi, ma anche perché andava contro molti provvedimenti precedenti. Ad esempio questo decreto sarebbe andato contro la Convenzione delle Nazioni Unite sulle sostanze psicotrope di Vienna del lontano 21 febbraio 1971, contro il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 4-7 giugno 2018 e contro la causa C-663/18 della corte di Giustizia Europea.

Questi precedenti atti stabilivano infatti la sicurezza di questo prodotto, che non solo non è da considerarsi stupefacente ma anche privo di pericolo di dipendenza. Grazie a ciò, ma anche grazie alle pressioni e allo scalpore derivati dalla normativa non corretta, il Ministero della salute è fortunatamente tornato sui suoi passi e il 28 ottobre 2020 c’è stato un provvedimento che ha tranquillizzato gli animi.

Con il DM di questa data, infatti, il Governo italiano ha confermato la sua parziale apertura verso la Green economy, salvando di fatto un settore emergente dell’economia che attualmente vale ben 150 milioni di euro. Si arriva dunque a quella che è la normativa attualmente vigente, ovvero il CBD non è una sostanza psicotropa e in ragione di ciò i prodotti derivati dalla canapa che lo contengono possono essere fabbricati e commercializzati senza problemi. Quello che però non è ancora molto chiaro in questa normativa è l’uso che si può e non si può fare di questi prodotti una volta che li si è acquistati. Infatti la normativa va a stabilire limiti e regole per la coltivazione, produzione, commercializzazione e vendita di questi prodotti a base di CBD, ma lascia dei profondi vuoti riguardo gli utilizzi dei prodotti da parte dei consumatori.

Ecco perché è consigliabile conservare involucri, scontrini e qualsiasi documentazione che sia in grado di provare la legalità della vostra posizione in caso di problemi con le autorità. In questo modo non potrete subire nessuna multa o altro procedimento penale.

Per concludere

Grazie all’attuale normativa, consumare prodotti a base di CBD è attualmente possibile nel nostro paese e quindi molte persone possono cominciare a godere dei benefici di questa sostanza, come ad esempio il suo effetto antistress e rilassante. Per farlo basta acquistare prodotti da rivenditori autorizzati ed affidabili, come ad esempio dallo shop online Justbob, che ha una vasta scelta di prodotti e sembra essere molto apprezzato dagli utenti.