di Gianni Iacolino
É difficile comprendere ( o forse no ) come sia possibile che notizie di cronaca o anche scientifiche vengano sempre più spesso manipolate per cercare di ottenere consensi – oggi si dice like, credo – a discapito di una corretta informazione. Ma il risultato nefasto che si ottiene con tanta faciloneria, è quello di avvelenare i pozzi, rendendo difficile se non impossibile il confronto. Chi non prova empatia per un medico preparato ed altruista, il prof. De Donno , spentosi , leggo nelle notizie di oggi, ” nel silenzio dei media e della stampa tradizionale” ?
In questa stampa , definita tradizionale e silenziosa , che io scorro giornalmente , ho seguito puntualmente le cronache del funerale e ,nei mesi precedenti, anche l’ impegno professionale del ricercatore nel cercare valide terapie contro il virus SARS-CoV-2. Quindi nessun tentativo di oscurare la figura del defunto , né tantomeno voglia di nascondere alcunché sulla immunoterapia o sulla sua ricerca. Tutti i giornali ne hanno parlato e tutti si sperava nella sua efficacia. La sperimentazione portata avanti a Mantova con la collaborazione degli ospedali di Padova e Pavia è giunta, alla fine , a risultati che il primario di malattie infettive del San Matteo di Pavia affermò con chiarezza davanti alla Tv2000 :” la terapia non è sicuramente la soluzione del problema, ma un ulteriore aiuto nel cercare di combattere questa malattia.”
Nel corso del 2020 circolava voce ( bufala) che con l’ immunoterapia si fossero azzerati i decessi c/o l’ospedale di Mantova, ma la notizia risultò , su precisazione dello stesso ospedale, del tutto falsa. L’altro collaboratore di De Donno , Massimo Franchini, ematologo e primario del centro trasfusioni dell’ospedale di Mantova, a proposito dell’efficacia della terapia, ne sottolineava i limiti ( donatori compatibili ed arruolabili ) ed aggiungeva , inoltre, che la si poteva praticare solo con i pazienti meno gravi. Tutti noi medici conosciamo bene l’immunoterapia perché si basa su dati scientifici che concettualmente sono alla base di nuove terapie più raffinate e molto più semplici ed efficaci . È stata provata in collaborazione fra centri di eccellenza pubblici con risultati purtroppo non lusinghieri, come spesso succede.
L’errore che tante volte si commette è quello di dipingere o di presentare terapie come cure definitive solo per tifoseria, anche quando l’evidenza scientifica non le sorregge . Giocare poi sempre sugli stessi argomenti dei costi, dei grandi interessi, di complotti è diventato ridicolo. Sono complottisti , in questo caso, anche i collaboratori del dott . De Donno che hanno evidenziato i limiti del loro stesso lavoro ?
La nuova malattia è quella di non valutare l’evidenza scientifica, ma di scovare complotti dappertutto. A chi serve rivangare argomenti già tanto trattati e superati dalle evidenze? Tutta la stima ad un medico serio e preparato come il dr. De Donno, ma farne un martire dell’invidia o di sporchi interessi, prima che al buon senso, fa un torto allo stesso De Donno.