I ragazzi Williams accolti alle Eolie

Oggi, 30 settembre, il catamarano Nadir sbarcherà a Lipari con un equipaggio speciale: sei ragazzi con la sindrome di Williams, accompagnati da due famiglie dell’Associazione genitori Sindrome di Williams di Fano, e dallo skipper Francesco Savelli, inizieranno la loro crociera alle Isole Eolie nell’ambito del progetto “Non ho bisogno solo di terapie ma ancor più di andare in barca a vela”, che promuove inclusione sociale e pari opportunità per tutti anche attraverso lo sport e l’immersione nella natura.

I partecipanti al progetto verranno accolti a Marina Corta (appuntamento alle ore 19.00) da una delegazione del Comune di Lipari (il Vice Sindaco e Assessore allo Sport Saverio Merlino, l’Assessore alle Politiche sociali Cristina Roccella, la Consigliera comunale ed esperta di vela Tiziana Lauricella Cincotta) e da Sandro Biviano, in rappresentanza di tutti coloro che a Lipari si battono per la promozione dei diritti delle persone con disabilità.

Nei giorni successivi, i ragazzi saranno accompagnati nella loro esplorazione delle isole: Domenica 1 ottobre dopo un pranzo offerto dal Ristorante “Fancappero” a Porticello verranno accompagnati al Numero Zero a conoscere gli asini allevati da Luis Mazza e Stefania D’Ascenzo, e a visitare l’apiario di Gianni Iacolino. Lunedì saranno accompagnati a visitare Vulcano da Mauro Coltelli dell’INGV. Martedì veleggeranno verso Salina; mercoledì passando da Panarea potranno gustare una granita offerta dal Bar “da Carola”; giovedì a Stromboli verranno accompagnati da Beatrice Fassi a visitare la biblioteca dell’Associazione Scuola in mezzo al mare, e all’osservatorio vulcanologico.

Il programma non intende solo essere espressione della migliore ospitalità eoliana, ma anche sottolineare la volontà della comunità eoliana di creare per tutti le condizioni per godere della bellezza delle nostre isole e per viverci serenamente. Perché una comunità che accoglie e si prende cura di ragazzi e adulti con disabilità, è una comunità migliore per tutti.

” Il progetto terapeutico – spiega la dott.ssa Laura Brutti, dell’associazione genitori Sindrome di Williams – nasce dal desiderio e necessità di raccogliere emozioni, riflessioni e storie tutte raccontate attraverso un “diario di bordo” che sarà composto dal classico quaderno con carta e penna, da una scatola “buttiamo in mare” e da video.
Tutto l’equipaggio prima della partenza dovrà presentarsi attraverso un brevissimo video in cui si presenteranno singolarmente e risponderanno a domande poste da me, utili per creare il profilo di ogni partecipante al fine di aggiungere materiale di lavoro importante per me dovendo supportarli e monitorarli a distanza.
Nella scatola chiamata “buttiamo in mare” i ragazzi, ma non solo, potranno inserirci fogli con riflessioni, parole, disegni che vorranno condividere con il gruppo durante il “Convivio Sotto Le Stelle”, un momento di aggregazione serale in cui tutto l’equipaggio si ritroverà in un luogo del catamarano scelto dal comandante.
Su un piano terapeutico questo momento è molto fondamentale perché’si avrà la possibilità di confrontarsi, condividere, elaborare e lasciar andare tutto ciò che diventa un peso limitante.
Durante il convivio sarò presente attraverso un collegamento virtuale per supervisionare interventi, eventuali momenti critici o semplicemente appuntare informazioni utili sulle dinamiche di gruppo.
Ogni membro dell’equipaggio durante la navigazione potrà fare richiesta al responsabile di potermi contattare telefonicamente qualora si presentassero situazioni di forte disagio psicologico. Il diario di bordo e’ uno strumento importante per trovare un momento di isolamento sia fisico che psicologico utile per un ascolto interiore, un momento di decompressione dagli sazi sempre condivisi.
Il contenuto delle pagine potrà essere condiviso o rimanere in forma privata.

Il silenzio e l’ascolto sarà un “Quid in più” su cui tutti lavoreranno: imparare ad ascoltarsi senza
giudizi personali, accettare anche le parti più fragili, acquisire la capacità di elaborare, lasciar
andare e soprattutto stare nel silenzio, indispensabile per sentire e vedere anche il mondo interiore dell’altro; dinamiche che potranno diventare un nuovo strumento da utilizzare una volta rientrati “.