Non mi è stato concesso nel passato un tempo anagrafico per poter dire se in questi 41 anni di attività del Centro Studi Eoliano ci siano stati momenti di autentica ricchezza emotiva, storica, culturale e sociale come quella vissuta ieri sera in occasione dell’evento dedicato alla presentazione del libro FRANCESCA – STORIA DI UN AMORE IN TEMPO DI GUERRA di Felice Cavallaro – sicuramente si – ma per me, come sono convinta anche per i tantissimi intervenuti all’evento, per il tempo futuro una tale esperienza rimarrà impressa nella nostra memoria, per la testimonianza di vita, d’amore, etica che l’autore e gli importanti relatori ci hanno donato, trasmesso e incoraggiato in termini di stimolo alla riflessione.
Alla presenza dell’autore, Felice Cavallaro, scrittore e giornalista agrigentino del Corriere della Sera, dell’ex magistrato del pool antimafia di Palermo Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, e del giudice Giuseppe Costa – presente il Sindaco Riccardo Gullo che ha portato i saluti istituzionali ed è intervenuto sul testo – non è stata la legalità il tema predominante ma ha fatto da filo conduttore necessario a farci scoprire l’esistenza di una donna : Francesca Morvillo, non solo moglie del giudice antimafia Giovanni Falcone, insieme al quale ha perso la sua vita nella strage di Capaci del 23 Maggio 1992, e con loro i 3 uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, ma un magistrato, docente universitario che si occupava di minori, donna di grande e pari preparazione e sensibilità.
L’abbiamo conosciuta dalle parole del Giudice Costa, che con cura, passione e competenza, ha introdotto il testo agli astanti inserendolo nel contesto della Palermo degli anni degli omicidi di mafia, gli anni ‘80 e ‘90, gli anni della costituzione del pool antimafia e del Maxiprocesso che hanno segnato entrambi, come il negativo e il positivo di una stessa foto, una città, una Regione, una Nazione; ha parlato dell’oblio che ha avvolto la vita di Francesca rispetto al marito e del suo profondo senso di appartenenza ad un destino prevedibile.
Ci ha emozionato Felice Cavallaro che ha raccontato il passaggio dei coniugi Falcone nell’agosto del 1988 qui a Lipari, un ferragosto isolato e allarmante, senza scorta e senza tutele da parte dello Stato, episodio che scatena la coscienza e la penna del loro amico Cavallaro, che li scopre per caso sull’isola, dove anche lui sta dimorando per qualche giorno, che porta alla pubblicazione di un articolo sulla prima pagina del Corriere della sera “Giovanni Falcone lasciato solo in un’isola del Mediterraneo” e da lì la mobilitazione del governo per recuperare una mancanza che non sarà mai a pieno colmata.
Ha concluso – ed è stato come un pugno allo stomaco – Alfredo Morvillo, che negli anni, insieme alla madre Lina, ha adottato un motivato comportamento di riservatezza della vita di Francesca, per preservarne un vissuto a favore della memoria, più ampiamente percepita, del cognato Giovanni Falcone e ha deciso di aprirsi infine a Felice Cavallaro, che rappresentava il solo a poter comprendere e trasferire, in maniera sì romanzata ma nella sostanza autentica, il significato di una vita, di un amore e di una tragica fine. Ha voluto dissacrare le, a volte, vuote celebrazioni della memoria delle stragi, incalzandoci che solo con un comportamento corretto, leale, non clientelare si porrà la parola fine a tale fenomeno umano.
Nei 30 anni dalle stragi di Falcone e Borsellino, il Centro Studi Eoliano, grazie al Presidente Nino Saltalamacchia e a Nino Paino, ha voluto offrire due momenti importanti “ per non dimenticare”: prima con il Senatore Pietro Grasso, che con il suo” Il mio amico Giovanni” si rivolge ai ragazzi, ai figli dei tempi nuovi, agli adulti e ai docenti invitandoli a non smettere mai di tessere il filo della memoria e ieri con Felice Cavallaro e Alfredo Morvillo che con “Francesca”, testo diffuso grazie a Demea Eventi Culturali Dir.Commerciale Antonio Oliveri, immortalano un volto e le tributano il giusto riconoscimento, valorizzandone ai nostri occhi finalmente il ruolo e la dignità di una donna, che insieme ad un uomo Giovanni Falcone, ha fatto della legalità e della lotta alla mafia un modo di essere , un comportamento, il solo modo di esistere – cosicché “ il fresco profumo della libertà si opporrà concretamente al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza e della complicità “ (da una cit. di Paolo Borsellino).
Lipari, 05.08.2022
Tiziana De Luca
( Per il Centro Studi Eoliano – socia )