Filicudi- Un’isola così bella non merita un porto da terzo mondo come quello attuale. All’inizio di un’altra stagione turistica la banchina è come se fosse stata colpita da un ordigno bellico con putrelle in mostra e cassoni sprofondati. Dopo i miracoli compiuti dall’Amministrazione Giorgianni per far tornare sin dal suo insediamento, dopo un paio d’anni difficili a Pecorini mare, l’attracco dei mezzi di linea nello scalo principale , ora si attende che tra Genio civile, ditta Campione di Agrigento e Comune di Lipari si trovi un ‘intesa per il completamento dei lavori.
Ma la matassa del contenzioso che si è originato non è semplice da sciogliere. Si tratta di opere, nell’ambito della tristemente nota operazione per la messa in sicurezza dei porti eoliani, più volte crollate ( in corso d’opera ) e più volte ricostruite; la società non intende perderci più di quanto ha fatto, il Comune si sente danneggiato e , ovviamente non può accettare una situazione del genere. Storia, come altre, di opere pubbliche iniziate male, anni fa, per la mancata condivisione di un unico progetto da parte degli abitanti, gestite peggio tra le ripicche politiche dell’epoca e finite male perché il destino, con la complicità delle condizioni meteorologiche, a volte è proprio beffardo.
Nell’isola che offre il villaggio preistorico di capo Graziano e i suoi tesori subacquei, il villaggio paradisiaco di Pecorini Mare, della biennale d’arte più piccola del mondo nonché luogo di relax dei vari Rutelli e Palombelli, Melandri, Barbareschi, Dapporto , Scalfati e chi più ne ha più ne metta un detrattore come benvenuto del quale si farebbe volentieri a meno.