Ex Pumex, Sidoti: futuro nelle ex cave

Riceviamo da Angelo Sidoti e pubblichiamo

Angelo Sidoti
Angelo Sidoti

Sul tema dei dipendenti della ex Pumex si individua sempre quale colpevole solo la vecchia amministrazione comunale ignorando altri attori direttamente coinvolti nella questione. I dipendenti nelle loro dichiarazioni parlano di impegni assunti, di patti concordati… Ma con chi?

Ho trascorso ben 16 anni in Pumex e conosco molto bene ognuno dei dipendenti quindi cercherò di esprimere brevemente anche il mio pensiero.

Per individuare eventuali responsabilità ritengo sia doveroso porsi alcune domande:

1) Da quanto tempo la concessione per l’esercizio dell’attività di cava veniva rilasciata in forma provvisoria con proroghe continue del Distretto Minerario di Catania (se non ricordo male dal 2006/2007)?

2) Sbaglio nel dire che per un certo periodo di tempo la società ha esercitato l’attività di cava senza alcuna concessione ed a parere della magistratura anche oltre i limiti previsti dalle leggi?

3) Sbaglio nel dire che l’azienda ha presentato all’Unesco una bozza di massima di piano di riconversione delle aree di cava senza successo?

4) Sbaglio nel dire che per alcuni di questi progetti di riconversione erano state già destinate risorse finanziarie ovvero contributi statali?

5) Come mai questi progetti non sono mai andati in porto? Poco allettanti per l’imprenditore il quale avrebbe dovuto ricorrere a fondi propri oltre quelli messi a disposizione dello Stato? O forse qualcosa non ha funzionato tra amministrazione pubblica e azienda?

6) Sbaglio nel dire che la Pumex Spa è in liquidazione da tempo immemorabile e quindi non esercita attività d’impresa da anni?

7) Sbaglio nel dire che nessuna amministrazione ha mai richiesto la riconsegna delle aree di cava nonostante gli anni trascorsi (anni non mesi) dopo la chiusura?

Al solito potrei continuare ma mi fermo qui.

Il risultato purtroppo è che 45 famiglie oggi sono costrette a “chiedere” quando prima non avevano minimamente questa necessita’. A tutto questo si aggiunge anche il danno di natura previdenziale che questi lavoratori devono subire in quanto appartenenti alla categoria degli ASU.

La soluzione: questa amministrazione “deve” coinvolgere tutti i soggetti interessati: Azienda, sindacati, Unesco, Regione, Distretto Minerario, Associazioni Ambientaliste, al fine di giungere ad una soluzione definitiva. Ma “subito” non tra altri sette anni. Ormai non c’è più tempo.

Cosa bisognerebbe fare: Verificare le intenzioni dell’Azienda, Verificare i diritti di proprietà del Comune di Lipari in quelle Aree, Acquisire la disponibilità degli Enti Pubblici a finanziare con il patrocinio dell’Unesco un progetto di riconversione dell’intera area provvedendo da “subito” alla messa in sicurezza delle cave.