
10 metri quadrati di rivoluzione silenziosa – 10 square meters of silent revolution
day574
Il grande portone di un vecchio opificio, sulla spiaggia di Unci, manifesto della “rivoluzione silenziosa per la libertà in Myanmar” , sui social, del “Principe attivista” Michele Bellamy Postiglione. Per la libertà in generale e per non dimenticare che tra le tante guerre nel mondo, di cui non si parla, c’è anche questa. Dal febbraio 2021 in seguito al colpo di stato nel Myanmar la junta militare ha preso il controllo assoluto del paese, annullato l’esito delle elezioni appena svolte e impedito l’insediamento del nuovo parlamento, per poi procedere all’arresto di tutti i leader politici fra cui Aung San Suu Kyi di cui ancora oggi non si hanno notizie.
Michele Bellamy Postiglione, che è nato in Myanmar ma vive a Firenze, è figlio di June Rose Bellamy Yadana Nat Mai principessa di Limbin della dinastia Konbaung dalla quale eredita il titolo con il quale firma i suoi post contro la dittatura militare e per il ripristino della libertà nel Myanmar.
La sua attività di curatore d’arte lo ha portato per anni a realizzare sul territorio di Lipari progetti di arte urbana, i più recenti dei quali con lo streetartist Demetrio Di Grado, ed è da questa esperienza che nasce l’idea di uscire dal virtuale per materializzare nel mondo reale la sua “rivoluzione silenziosa per la libertà del Myanmar” mediante una grande installazione di 10 mq., una sorta di tazebao 3.0 il cui contenuto è una selezione dei post più significativi firmati come #MyanmarActivistPrince
Il senso di questa opera di grande dimensione è di creare quell’interesse che adesso manca sul dramma in atto nel Myanmar mediante la condivisione della stessa facendo “rete” finché ritorni virtuale con la speranza che diventi virale.


