
Sono esattamente 78 i positivi al Covid , ad oggi, nel Comune di Lipari. La maggior parte delle persone contagiate ha una vaccinazione incompleta ma molte sono anche senza vaccino . Un trasferimento per un ricovero fuori dall’isola si è verificato ieri tra i diversi voli dell’elicottero 118 e oggi saranno trasferite altre due persone. Il dato dei contagi è, però, fermo ai risultati del 28 dicembre scorso ma il numero è destinato a superare le cento unità. Si attende soltanto la conferma dei test molecolari eseguiti di recente.
Tra i positivi al virus non c’è il sindaco Marco Giorgianni che si è sottoposto ad un tampone di verifica per visitare un familiare anziano.
Frattanto, fanno riflettere le dichiarazioni rilasciate a La Sicilia di Catania di oggi dalla dott.ssa Daniela Di Stefano, direttrice dell’Unità operativa di Terapia Intensiva e Rianimazione del Garibaldi . ” Abbiamo riaperto il reparto al Covid nel giorno di Natale e in due giorni tutti i 14 posti disponibili sono stati riempiti”. Ed ancora , terapie intensive della provincia “pienissime” ( a Messina verso il completamento dei posti, al Policlinico seppure i posti disponibili siano sulla carta 28, mancano gli anestesisti per poter garantire più di 12 ricoveri).
In merito alle condizioni di gravità dei pazienti la dott.ssa Di Stefano ha dichiarato al quotidiano catanese : ” «Direi di più, sono gravissimi, la maggior parte è non vaccinata e proprio in queste ore li stiamo intubando tutti. Ormai sappiamo bene tutti che l’intubazione in un paziente Covid corrisponde allo stadio più grave della malattia».
Avete vaccinati in reparto?
«Su 14 pazienti ne abbiamo due, uno con una sola dose e il secondo vaccinato con due dosi, ma con seconda dose fatta però sette mesi fa e, quindi, si desume con una carica immunitaria meno consistente, anche se l’immunizzazione è individuale. Comunque in ogni caso i due vaccinati sono pazienti che speriamo di far sopravvivere».
Questi pazienti hanno scarsa probabilità di sopravvivenza?
«Sono tutti a rischio altissimo di mortalità. E la percentuale di decessi è altissima perché quando si viene ricoverati in rianimazione la malattia non ha colpito soltanto i polmoni ma s’è trasformata già in una patologia multiorgano. Non sono soltanto i polmoni ad essere compromessi, ma tutto il sistema vascolare e cardiaco e tutto l’organismo. Alla fine chi dovesse sopravvivere continuerà ad avere problemi enormi di salute».
Il malato più grave quanti anni ha?
«E’ sulla cinquantina».
(Dopo questa intervista due pazienti non ce l’hanno fatta e sono andati ad allungare la lista delle vittime siciliane del Covid, ndr)
Avete mai avuto in reparto pazienti con terze dosi?
«No, nessuno».
Quindi con la terza dose si dovrebbe stare tranquilli?
«Se i pazienti con terze dosi non ci sono è evidente che il vaccino funziona. Posso soltanto aggiungerle che tutti i sanitari del mio reparto hanno fatto la terza dose e nessuno si è mai infettato, sia per il corretto uso dei Dpi che per la puntualità nella vaccinazione. In questo momento, in attesa di altre novità in campo farmacologico, l’unica difesa che abbiamo contro il Covid è il vaccino».
