Riceviamo dall’ex assessore del Comune di Lipari, Antonino Costa, e pubblichiamo
A proposito della lettera aperta di Michele Giacomantonio a Papa Francesco
Egregio Direttore,
desidero affiancare un mio pensiero alla iniziativa del Dott. Giacomantonio di scrivere al Papa una lettera riguardante il Vescovo Miccichè, pubblicata dal Suo giornale online.
Un pensiero che non vuole avere il sapore di “memoria aggiuntiva di difesa“, ma essere l’estrinsecazione di sentimenti di quella parte di Eoliani che si preoccupavano e si preoccupano per le nuove generazioni con la lungimiranza del domani, in una società così incerta nella quale tutti noi, oggi, viviamo.
Già negli anni Ottanta arrivando come pastore nella comunità eoliana, Mons. Miccichè avvertì le carenze strutturali, sia esse religiose che sociali, di questo popolo di Dio a lui affidato.
Carenze esistenti non certamente per trascuratezza della prelatura locale, quanto per l’opulenza crescente che andava disgregando il territorio e distraeva i suoi abitanti in consumismo e altre forme dispersive di vita.
Il Vescovo, con l’entusiasmo e il vigore della sua giovane età, si prodigò affinché maturasse – da un lato – la consapevolezza che l’essere cristiani non coincide con l’apparenza o la partecipazione a riti pagani, ma si attua attraverso la costante formazione interiore del singolo,con la capacità d’incidere, poi, nel contesto in cui vive. D’altro lato, Mons. Miccichè indicava come fosse necessario intervenire nel sociale per correggere le storture, assicurare a tutti pari dignità e una sana convivenza civica.
Con questi intenti, Lipari ebbe il privilegio di ascoltare la voce di una scuola di pensiero e di formazione civica, attraverso illustri oratori periodicamente chiamati a Lipari da Mons. Miccichè, che spaziavano dalle tematiche religiose ai problemi sociali e politici.
Gli uomini di quel tempo – che vedevano minato il loro orticello da questa azione pastorale – spesso gli furono ostili o tiranni, accusando il Vescovo di “fare il politico” e non il pastore di anime.
Questa è la storia dell’ultimo Vescovo con sede di dimora a Lipari, che il territorio ha avuto dopo l’accorpamento di alcune diocesi di area. Storia vissuta da chi, non più giovane come me, vuole ricordarla alla nostra società contemporanea al fine di recuperarne i valori e trasmetterli alla nuova generazione, per un futuro migliore.
In altra occasione ho avuto modo di ricordare un pensiero scritto da Mons. Miccichè e che mi piace qui ripetere: “nella fede sappiamo che l’alba verrà e sarà giorno”.
L’iniziativa del Dott. Giacomantonio è encomiabile e quindi non può che essere condivisa.
Grazie per l’ospitalità. Cordiali saluti.
Antonino Costa