Entro marzo un nuovo bilancio con le entrate della tariffa sull’idrico
Lipari- Con la palla al piede della gestione del settore idrico, appesantita da una decina di anni dalle ex reti Eas, da costi insostenibili per il servizio ( si pensi alle centinaia di migliaia di euro per il pompaggio su sei isole, tramite rete elettrica) il Comune non cammina più. I miracoli contabili sono finiti e il Comune tecnicamente è in dissesto nonostante siano state messe in campo, negli anni, tutte o quasi , le misure , anche quelle coercitive, per la riscossione. Nelle casse dell’ente entra sempre la metà di quanto si fattura per l’idrico. Ed ancora, il 25 % della Tari e l’altro 25 % tra oneri di urbanizzazione, suolo pubblico, violazioni al codice della strada ecc. In più ci sono i debiti fuori bilancio. Il fondo per i crediti di dubbia esigibilità è diventato, chiaramente, insostenibile.
Per venirne fuori, sono due i percorsi che sta seguendo l’Amministrazione, come comunicato in Consiglio comunale dal sindaco Marco Giorgianni. La richiesta alla Regione di poter contare per i prossimi tre anni degli stessi trasferimenti regionali concessi ai comuni fino a 5 mila abitanti , negli anni non tagliati rispetto a quelli più popolati ( Lipari riceve poco più di un milione di euro, le isole più piccole, ad esempio, più di due). Nel 2016 un provvedimento del genere – è stato ricordato in aula dal primo cittadino- passò. Oggi c’è la stessa necessità di allora a fronte di una difficoltà oggettiva non imputabile a cattive gestioni. Una misura che, inevitabilmente, dovrà essere prevista nella finanziaria.
L’altra via, come prevede la legge del 2015 sull’Ati idrico è il passaggio al gestore unico del settore dei suoi costi che aumenteranno per l’entrata in un funzione , nel corso del 2020 dei depuratori e dissalatore di Lipari e Vulcano. E’ stato ricordato in Consiglio che doveva essere già l’Amam ma sappiamo come è andata per l’opposizione dei sindaci del comprensorio, molti dei quali non hanno grosse spese per l’idrico ma, rimarchiamo, neanche i tagli che devono sopportare i comuni più grossi. Va sottolineato, però, che l’Amministrazione ha seguito anche il percorso, previsto dalla stessa legge, di diventare socio della stessa Azienda meridionale acque Messina. Su questo si esprimerà a breve il Commissario regionale anche se l’eventuale via libera dovrà essere dato dal Consiglio comunale di Messina.
Frattanto, mancando a bilancio l’idrico e il fognario, ed essendoci la necessità di gestire provvisoriamente le necessità del settore è stato chiesto ai dirigenti di rifare nuovamente lo strumento contabile finanziario tagliando tutto il possibile per vedere di riequilibrarlo entro marzo, prevedendo le entrate della tariffa.