Il caso Evergrande a scosso le piazze finanziarie di tutto il mondo, mettendo in allerta analisti ed economisti sui possibili effetti della crisi del colosso immobiliare cinese sull’economia globale. L’azienda asiatica vanta un problema di liquidità particolarmente serio, valutato oltre 300 miliardi di dollari, inoltre deve far fronte al pagamento di obbligazioni per più di 83 milioni di dollari altrimenti rischierà seriamente il default.
La paura principale riguarda l’inattività dimostrata finora dal governo di Pechino, con una posizione che non fa capire agli investitori se lascerà semplicemente fallire la società o se invece interverrà all’ultimo momento per salvarla dalla bancarotta. Per adesso il Partito comunista non sembra essere ben intenzionato nei confronti delle imprese multinazionali con sede nel paese asiatico, basta vedere le pesanti perdite registrate da aziende cinesi come Alibaba e Ant Group.
Per ora sia le borse europee che Wall Street si sono riprese dopo lo shock subito a causa di Evergrande con il lunedì nero, tuttavia alcuni analisti prevedono che un eventuale default dell’azienda possa rappresentare un caso Lehman cinese. Tra le società con forti esposizioni ci sono ad esempio UBS, BlackRock, Ashmore e HSBC, ma sono decine le imprese che potrebbero soffrire il fallimento di Evergrande con il rischio di innescare una reazione a catena. Il focus rimangono le prossime della FED, con la speranza che Jerome Powell possa posticipare il tapering e mantenere l’attuale strategia monetaria.
Come investire in borsa proteggendosi dalle crisi finanziarie
La vicenda Evergrande ha riacceso i riflettori sull’importanza della gestione del rischio, per investire in modo sostenibile e tutelarsi contro le crisi improvvise. In particolare, per i piccoli investitori privati è fondamentale operare sui mercati finanziari in maniera prudente, puntando prima di tutto sul risk e money management per proteggere il capitale e valutare correttamente il rischio degli investimenti (per maggiori informazioni: giocare in borsa online secondo startborsa.com).
In questa situazione specifica le posizioni più a rischio sono quelle di breve medio termine, soprattutto le obbligazioni corporate delle aziende poiché potrebbero soffrire un eventuale bancarotta di Evergrande. Lo stesso vale per le azioni in portafoglio delle società quotate, non solo quelle con posizioni aperte sul conglomerato cinese del settore immobiliare, ma anche i titoli delle imprese che potrebbero subire un potenziale crollo dei mercati qualora dovesse verificarsi un’altra crisi come quelle del 2008/2009.
Per difendersi bisogna eseguire un’analisi accurata degli asset in portafoglio, verificando se è necessario effettuare degli aggiustamenti per consolidare alcune posizioni più esposte e fragili a questo genere di situazioni. Inoltre non bisogna sottovalutare l’importanza della diversificazione degli investimenti, una strategia sempre efficiente per minimizzare i rischi, sebbene in caso di rischi generici di sistema l’effetto di questo approccio sia più limitato rispetto al normale.
Una soluzione da valutare è senz’altro il trading online, infatti con le operazioni di breve termine è possibile ridurre i rischi in caso di crolli improvvisi della borsa investendo su qualsiasi direzione del prezzo, con orizzonti temporali di pochi giorni oppure all’interno della stessa giornata di negoziazioni. Non a caso molti investitori retail prediligono il trading CFD, utilizzando i contratti per differenza per speculare sulle variazioni di prezzo degli asset senza acquistare i rispettivi titoli dei sottostanti, una modalità che consente di evitare i pericolosi derivanti da un’esposizione di medio/lungo termine nel caso di una Lehman cinese.
Il risk management nel trading online
Naturalmente anche nel trading online CFD esistono una serie di rischi che devono essere considerati, valutati e gestiti, tuttavia è possibile adoperare una serie di strumenti utili per migliorare il risk management in questo tipo di attività finanziaria. È il caso degli stop loss, gli ordini automatici che consentono di liquidare la posizione al raggiungimento di un certo prezzo, per limitare l’esposizione sul singolo investimento qualora l’operazione non dovesse andare secondo quanto previsto inizialmente.
Lo stesso avviene con i take profit, con i quali chiudere una posizione in profitto evitando di mantenerla aperta più del dovuto, tutelandosi dal rischio di bruciare tutto il rendimento realizzato. Stop loss e take profit aiutano a controllare il rischio, ad ogni modo per proteggersi contro crisi di forte impatto è importante gestire bene anche gli aspetti psicologici. Bisogna evitare di prendere decisioni sull’onda delle emozioni, lasciando sempre una quota adeguata di liquidità per far fronte alle emergenze, inoltre è necessario sapere quando non investire ma aspettare che la tempesta passi prima di operare nuovamente sui mercati. (Pubbliredazionale)