Lipari- Non è un fenomeno isolato, quello dell’acqua gialla uscita di continuo nell’ultimo mese dai rubinetti dei liparesi. Domani, ricordiamo, al Comune di terrà un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati. C’è infatti un precedente sul quale si fà forte il Comune di Lipari, e in primis l’assessore al ramo e avvocato Gaetano Orto per le analogie riscontrate. Nel trapanese, infatti, tra il 2013 e il 2014 , come si può leggere sul sito Trapaniok.it si sono verificati ripetuti fermi del dissalatore di Nubia con erogazione di acqua gialla ( score di ruggine ferrosa nelle condutture) e danni per l’aggressività chimica dell’acqua dissalata alla condotte pubbliche e anche domestiche dei cittadini di Erice ( altra nota località turistica) e del comprensorio.
” Confido- dichiarava il 15 gennaio del 2014 il sindaco di Erice , Giacomo Tranchida- che il Tribunale di Trapani e la stessa Procura della Repubblica abbiano a fare giustizia e mettere alla sbarra i responsabili. Chiediamo – aggiungeva – giustizia esemplare, non solo in sede civile per far fronte ai gravissimi danni materiali e immateriali subiti dalla comunità intera, ma anche in sede penale a fronte di abusi ed omissioni”.
Ed ancora come riporta il sito Trapanioggi.it, lo stesso Trachida dichiarava , dieci mesi dopo, il 13 ottobre 2014: “La Regione non ha più alibi e dovrà rispondere dei danni provocati alla rete idrica del comune di Erice”. Ciò dopo la prova, ottenuta nell’ambito dell’accertamento tecnico preventivo svoltosi davanti al Tribunale di Trapani, che la cattiva qualità dell’acqua dissalata proveniente dall’impianto di Nubia sia stata “la causa primaria della corrosione delle tubature, in concorso con altre concause secondarie”.
L’ingegnere Gerardo Bonvissuto, consulente tecnico d’ufficio, rispondendo ai quesiti posti dal magistrato, nella sua relazione conclusiva evidenziava che , “anche in una situazione ideale di funzionamento del dissalatore, la qualità dell’acqua prodotta attraverso processi di trattamento termico, quale è quello su cui si basa l’impianto di Nubia, risulta di caratteristiche aggressive ed è, quindi, potenzialmente corrosiva per le condotte metalliche. In questi casi sarebbe preferibile – prosegue il consulente – l’adozione di tubazioni in materiale plastico non aggredibile dalla corrosione”.
Il fenomeno della colorazione anomala dell’acqua e il suo cattivo odore, come lamentato da tanti cittadini ericini, a parere del consulente, è la “conseguenza diretta della qualità dell’acqua che arriva agli utenti in quanto essa, nel suo percorso lungo le condotte, si è caricata di quantità più o meno rilevanti di ioni metallici in soluzione e di particelle solide” derivanti dalla corrosione del ferro delle tubature, nel caso della colorazione giallo-arancione, e della “eventuale patina batterica formatasi come effetto secondario del processo corrosivo”, nel caso dell’acqua maleodorante.
Nel video la posizione del Comune di Lipari