Scoperta nuova felce nella Riserva Orientata di Salina

Michele Merenda

felceSALINA – Novità dal mondo della botanica per l’isola di Salina. Se la notizia dovesse essere confermata, infatti, sarebbe stato trovato un tipo di felce (nella foto) che in precedenza non rientrava nella tipologia già presente nella Riserva Orientata dell’isola più verde delle Eolie. La scoperta, che come detto è in attesa di conferma definitiva, è stata fatta da Elio Benenati, comandante delle Guardie della Riserva salinese. «L’ho notata ai bordi del cratere di Monte Fossa delle Felci – ci ha detto Benenati – e mi ha incuriosito subito per la diversità rispetto a quella “aquilina”, che cresce a stelo lungo. Questa, invece, sembrava una specie di cicas, con dei rami intorno al tronco. Inoltre – ha aggiunto il comandante – mi è sembrato che rispetto a quella “aquilina”, che era già secca, questa fosse una specie di sempreverde.

Alla fine ho consultato un sito specializzato e pare che sia una “Polystichum setiferum”». Si tratterebbe quindi di una tipologia che si ritrova più abbondante in luoghi come l’Irlanda, il sud-ovest della Gran Bretagna e la Francia occidentale, dove beneficia della combinazione di inverni miti ed estati umide, trovando quindi un habitat ideale sulla cima più alta (962 m) dell’arcipelago eoliano. Per moltissimi anni le felci sono state avvolte nel mistero, perché non si riusciva a comprendere come potessero riprodursi. Solo nel 1850 si è riusciti a svelare l’arcano, osservando le spore sulla parte inferiore delle foglie, attraverso le quali la pianta effettivamente si moltiplica. «Come possa essere arrivata qui da noi? Forse – ha commentato Benenati – portata da qualcuno di quegli uccelli che, migrando, passano spesso sulle nostre isole; al momento non riesco a darmi altra spiegazione.

Tra l’altro adesso ci sono già sei piantine, perciò questa felce si moltiplica facilmente, trovando qui un luogo a lei favorevole. Ho contattato degli esperti – ha quindi concluso il comandante delle Guardie – e mi è stato promesso che verranno a visionare la pianta in primavera». Se davvero si dovesse trattare di una specie attualmente non censita tra quelle già presenti nella Riserva, sarebbe un bell’assist per degli approfonditi studi da parte delle università competenti ed un motivo ulteriore di visita per gli appassionati del settore.