Manni: per opere a mare tenere conto del bradisismo

Riceviamo da Marco Manni e pubblichiamo

Tra le buone notizie apprendiamo della riprogettazione del lungomare di Canneto, un’opera che porterà all’ampliamento della sede stradale e della passeggiata verso mare. Anche a me viene spontaneo chiedere se sono previste delle adeguate opere di protezione contro i marosi ed in ogni caso contro rischi endogeni. Da eoliani nati in terre vulcaniche sappiamo infatti che la natura è il nostro primo interlocutore col quale rapportarci e mi riferisco al fatto che accanto ai fenomeni stagionali delle mareggiate bisogna misurarsi con possibili eventi naturali di natura sismica e/o vulcanica che possono determinare onde anomale di una certa portata (l’ ultimo caso è del 30 dicembre 2002). Quest’ultima non troppo remota probabilità che ricade tuttavia tra i fenomeni naturali eccezionali è accompagnata da una sistematica tendenza della maggiore isola eoliana all’abbassamento rispetto al livello del mare.

Tale fenomeno noto sotto il nome di bradisismo è evidente e dovuto alle peculiari dinamiche geofisiche del nostro territorio costantemente monitorato dall’INGV, che ogni anno effettua una campagna di misure geodetiche con tecnologia gps nelle isole di Lipari e Vulcano. Dall’analisi degli ultimi dati, non si evince nulla di diverso e pertanto di preoccupante. Tuttavia abbiamo conferma del fatto che il bradisisma positivo nell’isola di Lipari procede nell’ordine di 1 cm all’anno al quale occorre sommare 0,2 mm di innalzamento del livello del mare: l’isola scende pressocchè uniformemente di 1,2 cm all’anno sotto il livello del mare.

Questo vale ovviamente anche per Canneto e ne sono una prova le vecchie cisterne del lungomare che ogni 30 anni risultano invase per 30 cm d’acqua marina, vale per Sottomonastero dove tra 20-30 anni i piani di terra di ogni abitazione saranno bagnati costantemente dal mare ( adesso tale fenomeno è evidente nella via Amendola in presenza di alta marea o di mare mosso con direzione sfavorevole). Il porto di epoca romana, intorno all’anno mille doveva già trovarsi a pelo d’acqua mentre oggi giace ad 11 m di profondità, Sottomonastero. Vale per Marina Corta, dove lo sprofondamento della penisoletta del Purgatorio, che dagli stessi studi non appare più pronunciato rispetto alle altre località citate, ha inghiottito il piano terra delle strutture del porto di metà novecento come si evince dalle 2 foto proposte, rendendo necessario un rialzamento portuale.

marina vecchiamarina corta

Quindi che ben vengano i progetti piccoli e grandi, ma con profonda consapevolezza e lungimiranza da parte dei nostri amministratori e progettisti, affinché vengano contestualmente poste in essere le dovute prevenzioni e compensazioni contro tali effetti in fondo naturali, se non vogliamo che ogni nuova opera risulti presto inadeguata.

Grazie per l’ospitalità, cordiali saluti

Marco Manni