Giacomantonio: ” Votare si per una grande riforma “

di Michele Giacomantonio

Perché io voto SI al referendum istituzionale.

Michele Giacomantonio
Michele Giacomantonio

La disinformazione non è una virtù civile è un vizio ed anche un pericolo. Vedo che anche a Lipari è sorto un comitato per il NO al referendum e mi accorgo che le motivazioni sono per lo più di reazione alle persone piuttosto che fondate su un ragionamento politico. Prima che prendere posizione sulla riforma si chiede di votare contro qualcuno: Renzi, Verdini, Alfano, ecc.

Credo che sia un modo di agire pericoloso. Si parva licet, mi ricorda quanto accaduto alle Eolie quindi anni fa quando i Consiglieri comunali in odio al Sindaco di allora perché era loro antipatico o perché probabilmente sollecitati a questo passo dai poteri locali preoccupati che le forti trasformazioni pregiudicassero i loro interessi ( infatti si era realizzata la società mista per la gestione della spazzatura, dell’acqua e dei lavori pubblici, si erano messi in moto due patti territoriali per il turismo e l’agricoltura e la pesca, si era realizzato il palasport coperto, completato il palazzo dei congressi, ristrutturata la Chiesa dell’Immacolata facendone un Auditorium, ottenuto il riconoscimento dall’Unesco delle Eolie patrimonio dell’Umanità, realizzate strade, piazze, sentieri, condotte idriche, ecc. ecc.) votarono la sfiducia mandandolo a casa. Il risultato fu che per quindici anni questo Comune ha vissuto nell’immobilismo più nefasto non riuscendo nemmeno a varare il piano di gestione del sito Unesco e asfissiando i primi timidi germogli di un promettente sviluppo turistico. Certo che se era questo che si voleva il risultato si è raggiunto pienamente.

Ecco mandate a casa Renzi, Verdini, Alfano e poi? Riprendetevi Berlusconi, Salvini o magari Grillo.

Inoltre prima di sparare contro a una riforma che ha impegnato per mesi il lavoro dei parlamentari bisogna capire che cosa si vota.

Votare sì significa promuovere una grande riforma di semplificazione e moderazione che si aspetta da sessant’anni e finora non si è stati capaci di fare. Si elimina il bicameralismo. Si trasforma il Senato in una camera delle autonomie e si riduce di 200 componenti. Si aboliscono le Province . Si corregge il titolo V della costituzione che contiene tante incongruenze nel rapporto stato/autonomie locali. Infine si abolisce anche il CNEL.

E la nuova Costituzione in sinergia con la nuova legge elettorale darà finalmente stabilità a questo Paese. Scusatemi se è poco.